Il sodalizio ha deciso di presentare un esposto in Procura, facendo seguito alla denuncia sporta dai familiari di Giuseppe Giuliano. Il segretario nazionale Giacomelli: «Doveroso fare tutte le verifiche del caso»
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Anche l’associazione nazionale Codici, che da anni si occupa della tutela dei diritti dei pazienti e fornisce assistenza legale ai parenti delle vittime di malasanità, ha deciso di presentare un esposto in Procura in seguito alla morte di Giuseppe Giuliano, noto imprenditore di Ricadi deceduto giovedì scorso nel Pronto soccorso dell'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Vicenda su cui sono già in corso delle indagini, dopo la denuncia sporta dai familiari dell'uomo.
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«Un racconto agghiacciante tra presunte inefficienze e scarsa umanità. È quello che emerge dall’intervista rilasciata ad alcuni organi di informazione dalla moglie di Giuseppe Giuliano», è scritto in un comunicato dell'associazione.
«La ricostruzione delle cure fornite al paziente suscita più di qualche perplessità – queste le parole di Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici – e per questo riteniamo doveroso da parte della magistratura effettuare tutte le verifiche del caso. Stando a quanto raccontato dalla moglie della vittima, l’uomo aveva iniziato a lamentare dei fastidi nella mattinata di giovedì mattina. Dolori sempre più forti ad una gamba, gonfia ed arrossata. Chiamata l’ambulanza, alla comunicazione di un’attesa di oltre due ore per l’arrivo del mezzo, i parenti decidono di portarlo in auto al Pronto soccorso di Vibo Valentia, dove giunge nel primo pomeriggio con febbre e problemi respiratori. L’uomo viene collocato su una barella, vengono predisposti una flebo ed un tampone anti-Covid. La moglie chiede inutilmente agli operatori di verificare quella gamba così gonfia e rossa, perché è evidente che qualcosa non va. La situazione non migliora ed alla sofferenza dell’uomo, si aggiungono la preoccupazione e l’ansia crescenti dei parenti, che attendono inutilmente notizie. Una comunicazione arriva intorno alle 19, ma è tragica: un medico informa la famiglia dell’avvenuto decesso».
«Quello che raccontano i parenti – osserva Giacomelli – non è certamente un comportamento umano da parte del personale. Poche notizie, poca chiarezza, un’assistenza che sinceramente lascia senza parole. Crediamo che anche questo sia un aspetto da approfondire, oltre a quello principale della gestione del paziente, che presenta diverse ombre. Sono state fornite le cure adeguate? Perché è stato lasciato al Pronto soccorso per ore? Si parla di una Tac attesa invano, perché? Sono solo alcuni dei punti che la Procura dovrà chiarire».