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La camera ardente era stata esposta presso la sede della Lega delle cooperative, l’organizzazione nella quale Ledda aveva lavorato negli ultimi anni della sua vita occupandosi del settore dei beni culturali, la salma e’ stata poi trasferita nel piazzale antistante le palazzine della cooperativa dove Ledda risiedeva per la cerimonia funebre. Intorno alla salma del dirigente comunista si sono stretti i figli, gli amici e i compagni di sempre, una cerimonia sobria, nello stile di Quirino Ledda. La bara, avvolta dalle rose rosse, intorno, la bandiera rossa della CGIl e del Partito Comunista. La Bandiera di quel Pci e di quella storia, alla quale, orgogliosamente Quirino Ledda non aveva mai abiurato. Ricordato da tutti per il suo garbo, la sua cultura ma anche e soprattutto per la sua inossidabile fede negli ideali di quel PCI, al quale come tanti altri della sua generazione e non solo, aveva dedicato la sua energia e la sua giovinezza. Quando Danilo Gatto con la sua chitarra ha intonato lo storico canto di tutti i rivoluzionari, l’Internazionale nella versione rielaborata da Franco Fortini, tanti i visi rigati dalle lacrime in quei volti segnati dal tempo e, tanti i pugni alzati che poi si sono trasformati in canto a squarciagola, infine le note di una Bella Ciao che Danilo Gatto ha cantato piangendo e che piangendo hanno cantato i compagni di sempre di Quirino che si sono ritrovati intorno alla sua bara per l’ultimo abbraccio. Una cerimonia intensa e sobria, proprio come avrebbe voluto Quirino Ledda.