Nell’omelia pronunciata durante la solenne celebrazione della Santa Messa in onore della Madonna del Pilerio, Patrona della città di Cosenza, l’arcivescovo Giovanni Checchinato prende spunto da una delle più popolari pagine del vangelo, quella delle nozze di Cana e del primo miracolo di Gesù, che tramuta l’acqua in vino, per impartire una severa lezione alla classe dirigente ed ai cristiani che inermi assistono alle degenerazioni della difficile fase politica ed economica attraversata dalla società civile nel Paese ed anche «nei territori a noi più vicini. Le rappresentazioni oggi dominanti – ha ammonito il presule - tendono a descrivere la nostra terra cosentina, e tutta la Calabria, come una realtà lontana, incomprensibile, sostanzialmente persa, addirittura estrema».

Leggi anche

Non prendete le distanze dal contesto

«Questo sguardo “da lontano” serve solo a prendere le distanze dal nostro contesto, e impedisce di rendersi conto che la nostra realtà non rappresenta un corpo estraneo, ma è un territorio-laboratorio in cui più chiaramente che altrove si può intuire in che direzione va tutto il Paese. Davanti a queste rappresentazioni c’è la tentazione forte dello scoraggiamento, di un progressivo ritrarci dalle nostre responsabilità di cristiani e di cittadini, accontentandoci di assumere quell’atteggiamento che papa Francesco definiva balconear e cioè “avere un atteggiamento distaccato rispetto alla realtà circostante, stare alla finestra senza partecipare a ciò che accade”».

Proiettate lo sguardo oltre la superficialità

Poi, riprendendo il passo della Parola di Dio in cui la Madonna, con sguardo materno, avverte Gesù della mancanza del vino, monsignor Checchinato invita a scrutare ciò che ci succede intorno con occhi capaci di andare oltre la superficialità: «A Cana tutti sanno vedere che “viene a mancare il vino” e anche Maria se ne rende conto – ha detto l’Arcivescovo - ma lei sa andare oltre. Per potersi rendere conto di cosa c’è e di cosa manca nelle situazioni bisogna starci, bisogna viverci, mettendosi fianco a fianco dei fratelli e sorelle che condividono questo pezzo di storia con noi. Maria ci insegna prima di tutto a vivere nella storia, a non essere solo capaci di sentenziare dall’esterno sulle situazioni che viviamo a livello ecclesiale, sociale, relazionale, ma ad entrarci dentro con la nostra intelligenza e la nostra fede, per potervi scorgere un frammento di spazio dove sta germogliando un seme di vangelo vivo, rappresentato da una parola sapiente, da un comportamento di bene, da un desiderio di pace».

Lo sviluppo autenticamente umano dei territori

Monsignor Checchinato dunque, invita i cristiani ad essere partecipi della realtà, testimoni della storia, consapevoli delle «povertà del territorio diocesano, quelle che segnano tutto il contesto regionale, la questione demografica nelle aree interne ma ormai sempre più evidente anche nelle aree urbane, la fragilità del tessuto economico e la drammatica carenza di lavoro che vuol dire impossibilità per tanti di accedere alle risorse materiali minime per poter vivere una vita dignitosa. Analogamente – limpido il passaggio sull’Autonomia differenziata - il divario civile rispetto ad altre regioni italiane, rappresentato dalla debolezza della scuola, dei servizi sanitari e socio-assistenziali, cioè di quei servizi territoriali che, se adeguatamente sostenuti, potrebbero rappresentare un importante incentivo a restare e, al tempo stesso, porre le basi di uno sviluppo autenticamente umano dei nostri territori. La debolezza dei servizi alla persona fa emergere responsabilità a tutti i livelli, ma è anche conseguenza di una scarsa consapevolezza dei problemi del territorio e di una scarsa attitudine partecipativa. Maria ci invita a farci carico anche come credenti e come Chiesa di questa storia. E così come Maria si è coinvolta attivamente in quella situazione, così ci chiede di coinvolgerci valorizzando proprio ciò che sembra essere letto solo con uno sguardo negativo e provare a pensare che proprio su questo nostro territorio si potrebbero tentare esperienze di intervento nelle situazioni più periferiche da mettere in campo anche in altri contesti».

Leggi anche

Insieme agli agricoltori e contro l'Autonomia differenziata

Al termine della celebrazione, monsignor Checchinato ai microfoni del nostro network ha annunciato l’intenzione di voler prendere parte alla manifestazione dei sindaci in programma domani, 13 febbraio, davanti le cinque Prefetture calabresi. Inoltre, prima della funzione, l’Arcivescovo ha incontrato una delegazione di agricoltori da giorni in protesta con i loro trattori: «Prima di tutto bisogna ascoltarli e ho l’impressione che nessuno li ascolti. Con i loro presidi esprimono un disagio. Io stesso sono figlio di agricoltori ed ho particolare sensibilità verso i loro problemi che sono stati quelli dei miei nonni e quelli dei miei genitori, soprattutto di mia madre» ha dichiarato.

L'accensione del cero votivo

Gremita di fedeli la Cattedrale per l’accensione del cero votivo alla Madonna del Pilerio da parte del sindaco Franz Caruso, a testimonianza della sottomissione della città alla Santa Vergine Madre di Dio. Presenti le massime autorità civili e militari del territorio tra le quali il Prefetto Vittoria Ciaramella, la presidente della Provincia Rosaria Succurro, il Questore Giuseppe Cannizzaro, la presidente del Tribunale Maria Luisa Mingrone, il procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo.