Decreto di archiviazione per tutti gli indagati coinvolti nella seconda inchiesta per bancarotta fraudolenta avviata dalla procura di Paola contro l'ex patron della Sampdoria Massimo Ferrero. La vicenda risale al 2023, quando l'ufficio di procura tirrenico aveva avviato un nuovo procedimento penale nei confronti dell'imprenditore operante nel campo cinematografico.

Anche in questo filone d'indagine, i magistrati ritenevano configurabile il reato di bancarotta fraudolenta. nei confronti di Ferrero senior, della figlia Vanella e del nipote Giorgio, nonché di alcuni dirigenti di un noto istituto di credito italiano. All'epoca, tutti gli indagati erano accusati di aver cagionato il dissesto della società "Ellemme spa" attraverso pagamenti preferenziali effettuati in favore della banca.

Leggi anche

Debito di oltre 7 milioni di euro

In realtà, le indagini non hanno dimostrato che Massimo Ferrero, Vanessa Ferrero e Giorgio Ferrero, «dopo aver stipulato in data 2 agosto 2013 a favore della Eleven Finance con un contratto di cessione di crediti e diritti di sfruttamento economico pari a 7 milioni e 800mila euro», sottoscrivendo il 30 settembre 2013, «un atto di accollo approvato, su proposta e con parere favorevole» dei dirigenti coinvolti al quale aderiva la banca italiana coinvolta nell’inchiesta, avessero perpetrato condotte illecite ai fini della commissione del reato.

Reato non configurabile

A tal proposito, la procura di Paola sosteneva che la società Eleven Finance si era impegnata a rimborsare in ammortamento in 7 anni l’accollo stipulato, a seguito dei debiti che si era accollati della società Farvem srl ed Ellemme Group srl. Secondo i magistrati, l’istituto di credito italiano aveva ricevuto «in esecuzione dell’atto, la somma di 1.713.722,18 euro a titolo di rate e interessi, consentendo alla medesima banca di giovarsi di un ulteriore debitore “Eleven srl“, a danno di altri creditori sociali di Ellemme Group», quali l’Erario.

La procura tuttavia ha chiesto l'archiviazione di tutte le posizioni. Il gip Roberta Carotenuto ha condiviso scrivendo che «dagli atti emerge che l'ipotesi di reato per cui si procede non può configurarsi». Nel decreto, infine, è stato evidenziato che gli operatori bancari hanno agito in modo corretto, trovando la soluzione più conveniente per la ristrutturazione del debito al fine di evitare il dissesto della società. Ricordiamo infine che il processo principale contro Ferrero e gli altri imputati è in corso di svolgimento a Paola. Nel collegio difensivo figurano, tra gli altri, gli avvocati Nicola Carratelli, Alessandro Diddi e Domenico De Rosa.