Secondo i magistrati amministrativi, non è stata verificata l'attendibilità delle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, sotto processo per omicidio anche in virtù delle investigazioni svolte dal militare, in forza al comando provinciale di Cosenza
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Accusato di aver commesso gravi reati da due collaboratori di giustizia, gli era stata comminata una sospensione disciplinare della durata di otto mesi dall’impiego, senza stipendio, con detrazione di anzianità e blocco dell’avanzamento di carriera.
Il giudizio davanti al Tar
Adesso però, a riabilitare un carabiniere in servizio presso il comando provinciale di Cosenza, è intervenuta una sentenza del Tar. I giudici amministrativi, nell’accogliere il ricorso del militare, difeso dagli avvocati Gisberto Spadafora e Ferdinando Palumbo, hanno censurato il Ministero della Difesa ed il Comando Legione Carabinieri Calabria, costituiti in giudizio e rappresentati dall’Avvocatura distrettuale di Stato.
Forse una ritorsione
Nell’irrogare la sanzione, scrivono i magistrati, non si è tenuto conto del tentennamento dei pentiti nel puntare il dito contro il carabiniere, né la circostanza che entrambi fossero stati in passato arrestati per omicidio anche sulla base delle investigazioni condotte dal carabiniere stesso.
In attesa del processo penale
In sostanza, la valutazione del collegio giudicante del Tar, è di forte censura verso l’amministrazione, frettolosa nel punire il militare senza verificare l’attendibilità delle affermazioni rese dai due criminali. Nell’ambito della medesima vicenda, il carabiniere è stato rinviato a processo, ma ancora deve tenersi la prima udienza.