Alla fine è accaduto il paradosso: il Tar ha chiuso il Tar. Una specie di legge del contrappasso Covid edition.«Conformemente alla proroga dello stato di emergenza sanitaria – avvisano sul sito del Tar di Catanzaro - la sede resta chiusa al pubblico».

Proprio ora che anche i gruppi di genitori più agguerriti si erano messi l'anima in pace rinfoderando le gif nella fondina per dedicarsi ai post su tortellini e fantacalcio; proprio ora che gli avvocati dei ricorrenti più fedeli avevano tolto il “segui” alle pagine dei Comuni ribelli che hanno giurato sul gonfalone di non chiudere le scuole mai più, neanche se suoneranno le trombe dell'Apocalisse; proprio ora che anche Spirlì aveva finito la raccolta via Facebook delle foto del guardaroba autunno-inverno 0-13 anni, proprio ora che anche i sindaci più accaniti avevano gettato la spugna davanti alla forza di Grayskull dei giudici amministrativi che alla parola “ordinanza” hanno opposto il generatore automatico di sentenze di rigetto, che fa il Tar? Chiude.

«Le udienze camerali e pubbliche fino al 30 aprile non si svolgeranno in presenza, ma con collegamento da remoto».
In pratica non solo il Tar si blinda ma si mette pure in Dad.