È stato il sindaco di Crotonei, Nicola Belcastro, a sabotare il ripartitore di Trepidò, dirottando l’acqua verso il suo paese e sottraendola così ai comuni di San Giovanni in Fiore, Castelsilano, Cerenzia e Caccuri. Episodio su cui la Sorical non è passata sopra, tant’è che ha formalmente presentato un esposto ai carabinieri.

L’ordinanza e il sabotaggio

Nelle ultime ore nella località della Sila crotonese sul lago Ampollino, sull’acqua si sta combattendo una vera e propria battaglia a colpi di ordinanze e denunce. A causa della carenza idrica il sindaco di Cotronei il 2 agosto ha emesso un'ordinanza nei confronti di Sorical, per ripristinare «con effetto immediato» la normale fornitura idropotabile nel suo comune e nei villaggi di Trepidò. Nell'ordinanza il sindaco avvisava che in mancanza di esecuzione entro le ore 11 del 5 agosto «considerata l'essenzialità del servizio» avrebbe provveduto con proprio personale ad effettuare le manovre necessarie al ripristino della portata idrica. E così è accaduto: il sindaco Belcastro, indossando la fascia tricolore, insieme ad alcuni operai, ha provveduto a riaprire il flusso d'acqua verso il suo comune.

La risposta di San Giovanni in Fiore

In questo modo, però, è stata ridotta la portata di acqua verso il comune di San Giovanni in Fiore. Immediata la reazione del sindaco di quest'ultimo centro, Rosaria Succurro, che nella notte del 5 agosto - accompagnata dalla giunta, dalla polizia locale del suo Comune e da personale di Sorical - si è presentata al partitore di Cotronei, anche lei indossando la fascia tricolore in un territorio di sua competenza, per avere ragione della mancata fornitura di acqua e ripristinare il flusso verso la propria cittadina.

L’esposto di Sorical

Nella mattinata di oggi Sorical ha poi presentato un esposto ai carabinieri per il sabotaggio del ripartitore. «L'ordinanza è stata impartita nei confronti di Sorical - afferma il sindaco Belcastro - affinché provvedesse a mettere fine a questa grave crisi, se necessario anche mettendo in campo investimenti su questo territorio che ormai da troppo tempo viene lasciato in balia di se stesso; e nulla abbiamo contro i nostri comuni limitrofi i quali si trovano nelle nostre stesse condizioni e con i quali siamo pronti a collaborare istituzionalmente in maniera fattiva per la risoluzione de problema. A causa della scarsità di risorsa - sostiene ancora Belcastro - siamo costretti da troppi anni a dover ripartire l'esigua risorsa idrica che, ricordo ad alcuni, viene captata nel nostro comune».

Esposto ed ordinanza di Succurro

«A seguito della forzatura, di ieri, delle saracinesche del ripartitore idrico di Trepidò, come sindaco di San Giovanni in Fiore ho presentato all’autorità giudiziaria un esposto contro ignoti, per interruzione di pubblico servizio e soprattutto per la manomissione dello stesso impianto pubblico. Inoltre, ho firmato un’ordinanza sindacale con cui dispongo che il gestore Sorical ripristini la portata disponibile e verifichi la salubrità delle acque, alla luce del gravissimo episodio». Lo afferma, in una nota, il primo cittadino di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro.

Sul posto, al ripartitore di Trepidò,  – racconta la sindaca Succurro – abbiamo trovato un tecnico comunale e il vicesindaco di Cotronei, i quali, insieme ad una trentina di persone, si sono messi davanti alla porta dell’impianto, ostruendo la strada ai tecnici di Sorical, giustamente intenzionati a tranciare i nuovi lucchetti, apposti dagli ignoti autori del fatto. Chiamati da noi, sono giunti i carabinieri, cui i rappresentanti di Cotronei hanno mostrato un’ordinanza del loro sindaco, finalizzata a rifornire d’acqua lo stesso Comune, con l’effetto di lasciare a secco tutti gli altri, tra cui San Giovanni in Fiore».

«Lì presenti, gli addetti di Sorical hanno disconosciuto – prosegue Succurro – la riferita ordinanza del sindaco di Cotronei. In presenza dei carabinieri, gli stessi addetti hanno poi tentato di rientrare in possesso dell’impianto di Trepidò, la cui gestione è affidata proprio a Sorical, per verificare eventuali danni, pure rispetto alla potabilità dell’acqua. Purtroppo, neanche con i carabinieri ci sono riusciti». «Mi auguro – rimarca la sindaca di San Giovanni in Fiore – che gli altri sindaci dei Comuni vicini agiscano come noi, perché questa guerra dell’acqua non ha senso e il problema va risolto a livello istituzionale, anche con l’intervento delle Prefetture, che sollecitiamo ancora una volta». I consiglieri comunali di maggioranza di San Giovanni in Fiore esprimono «sdegno e indignazione per l’accaduto», confermando il loro «impegno, insieme all’amministrazione Succurro, perché al più presto venga superata, con la partecipazione della Sorical e della minoranza consiliare, l’emergenza idrica in corso, nell’interesse della comunità locale».