Anche il sindacato dei dirigenti – Fedirets - prende posizione sulla vicenda che vede coinvolta Iole Fantozzi, capo dipartimento Tutela della salute, che nei giorni scorsi ha emanato una controversa direttiva che impone ai suoi dirigenti di autocertificare l’inattendibilità dei loro stessi atti. Corto circuito amministrativo che ha causato – come rivelato da LaC News24 - già le prime dimissioni, quelle di Cosimo Caridi, alla guida del settore Accreditamenti, che ha lasciato in polemica con Fantozzi, sostenendo che è venuto meno il rapporto di fiducia con il suo capo dipartimento.

Dopo la Csa Cisal, quindi, anche la Federazione dirigenti e direttivi di enti territoriali e sanità (Fedirets, appunto) - rappresentata dai segretari generali Mario Sette ed Elio Manduca - da punta il dito contro quello che ritiene un abuso di potere, rimproverando innanzitutto Occhiuto e la sua giunta di non aver escluso dalla nomina a dirigente generale quelli di ruolo della Regione, «con motivazioni non chiare in ordine alla presunta carenza di adeguata professionalità dei candidati interni rispetto al posto da ricoprire». Un approccio che il sindacato teme venga utilizzato anche in altri ambiti, «con le professionalità interne della Regione ingiustamente accantonate per far posto ad “esterni”».

«A conferma delle preoccupazioni testé esposte – continua la nota della Fiderets, alludendo all’episodio specifico che ha innescato la sua reazione - desta sconcerto quanto una delle recenti nomine Sue e della Sua Giunta ha proceduto a fare. Ci riferiamo in particolare alla Pec del 15/12/2021 della neodirigente generale del Dipartimento “Tutela della Salute e Servizi Socio-Sanitari”, Dott.ssa Iole Fantozzi».

Dopo aver citato il contenuto dell’ordine di servizio, attraverso il quale Fantozzi chiede ai suoi dirigenti di premettere in ogni decreto la “scarsa attendibilità” dei dati alla base degli stessi, il sindacato dei quadri dirigenziali sottolinea che «un testo del genere, ove mai riprodotto in un provvedimento amministrativo, renderebbe tale provvedimento illegittimo, in quanto affetto da eccesso di potere nella figura sintomatica tipica del “difetto di istruttoria”, posto che o un dato è attendibile, verificato o verificabile, e utile a costituire adeguato fondamento di un provvedimento amministrativo, oppure, se non lo è, un provvedimento amministrativo non può essere adottato necessitando di adeguata attività istruttoria da svolgersi a monte».

«Si tratta in effetti di nozioni basilari di diritto amministrativo - prosegue la nota – che, invece, sembrano essere quanto meno “sfuggite” alla neo-dirigente generale del Dipartimento “Tutela della Salute e Servizio Socio Sanitari” (se non completamente assenti dal suo patrimonio di conoscenze). Tuttavia, finché a fare una dichiarazione del genere in un proprio atto, non controfirmato da nessuno, fosse solo la stessa dirigente generale, lo scrivente sindacato non avrebbe nulla di cui preoccuparsi (semmai, qualche problema in più lo avrebbe solo l’Avvocatura regionale a fronte della mole immensa di ricorsi che un comportamento scriteriato del genere produrrebbe e che dovrebbe far riflettere più di una volta sull’opportunità della sua nomina e della sua permanenza nel ruolo che le è stato affidato). Ma quel che è peggio, in questa vicenda, è la pretesa della dott.ssa Fantozzi che a fare una simile dichiarazione di “auto-accusa” siano i dirigenti di settore del Dipartimento che la stessa dirige, in una maniera che non solo si rivela platealmente offensiva dell’intelligenza e della capacità professionale dei dirigenti che intendiamo tutelare (che in nessun caso potrebbero o dovrebbero apporre una simile dicitura in un provvedimento amministrativo, pena l’illegittimità dello stesso) ma che si traduce in una formale richiesta di redigere atti annullabili perché illegittimi (sic!)».

L’ordine di servizio viene quindi inquadrato come, probabilmente, «un maldestro tentativo della neo-dirigente generale del Dipartimento “Tutela della Salute e Servizi Socio-Sanitari” di evitare l’assunzione delle responsabilità civili, penali, amministrative, contabili e disciplinari che il suo nuovo ruolo comporta».

«Non ci è dato saperlo. Ma se così fosse, sig. presidente, non sarebbe da chiedersi se la stessa è all’altezza del compito che le è stato affidato?», chiede Fedirets ad Occhiuto, aggiungendo che non ritiene «sufficiente che la dott.ssa Fantozzi ritiri o revochi la PEC del 15 dicembre 2021 con tanto di scuse pubbliche ai dirigenti di settore e ai funzionari», ma affermando di volere «veder chiaro in tutta la procedura che ha condotto alla sua nomina».

Nel riservarsi di adire le vie legali e rivolgersi alla magistratura, il sindacato formula la sua istanza finale con una richiesta di accesso agli atti, per venire in possesso dell’intera documentazione «della procedura selettiva che ha condotto alla nomina a dirigente generale della dott.ssa Iole Fantozzi, avendo particolare riguardo alle domande comprensive di allegati, dei dirigenti interni pretermessi e della suddetta candidata esterna oggetto di nomina».

In base all’esito di questa ricognizione, poi, il sindacato dei dirigenti deciderà quali ulteriori iniziative adottare, compreso il ricorso all’autorità giudiziaria.