VIDEO-INTERCETTAZIONI | È quanto emerge dall’inchiesta Rimpiazzo scattata questa mattina che ha portato all’arresto di 31 persone. Il questore di Vibo: «Documentata l’esistenza di un vero e proprio locale di ‘ndrangheta»
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Centrale il ruolo di una donna, chiamata dagli affiliati "sorella omertà". È quanto è emerso dall'inchiesta condotta dalla Procura antimafia di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, che stamattina ha portato all'operazione della Polizia di Stato, denominata significativamente "Rimpiazzo", nell'ambito della quale sono state arrestate 31 persone (LEGGI QUI I NOMI).
"Sorella omertà", perchè assisteva i familiari dei detenuti ed i latitanti, offrendo loro supporto in varie forme nei momenti di difficoltà.
«Riteniamo di aver documentato l'esistenza di un vero e proprio "locale" di 'ndrangheta, responsabile negli anni di omicidi, estorsioni e danneggiamenti, ricostruendone l'organigramma». E' quanto ha dichiarato all'Agi il questore di Vibo Valentia, Andrea Grassi. «Il fatto poi che l'organizzazione piazzasse droga a Palermo conferma che la 'ndrangheta è il baricentro dei traffici di stupefacenti a livello internazionale».
Nell'operazione sono stati impegnati oltre 200 poliziotti che hanno eseguito provvedimenti giudiziari a Vibo Valentia e nelle province di Reggio Calabria, Palermo, Roma, Bologna, L'Aquila, Prato, Livorno, Alessandria, Brescia, Nuoro, Milano, Udine. L'indagine è stata condotta dalla Polizia di Stato di Vibo Valentia, in collaborazione con la Questura di Catanzaro e con il Servizio Centrale Operativo, e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro.
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