Walter Pellegrini risponde punto per punto alle dichiarazioni di Francesco Pellegrini rilasciate nel corso di un'intervista alla nostra testata. Ecco la nota
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Riceviamo e pubblichiamo la nota ricevuta da Walter Pellegrini, presidente della Fondazione Attilio ed Elena Giuliani, in merito all'intervista rilasciata alla nostra testata da Francesco Pellegrini dal titolo "L’ex direttore de I Calabresi: «Il giornale torna online ma senza di me, vi spiego perché mi hanno cacciato»".
La nota di Walter Pellegrini
Nell’articolo, per esempio, viene riferito che la testata “I Calabresi”, edita dalla società “Calavria Editrice” (di proprietà della scrivente Fondazione) avrebbe un valore di mercato – stimato dall’economista Pietro Spirito – di euro 240mila euro. Innanzitutto, agli atti della Fondazione, non v’è traccia di alcuna relazione peritale del prof. Spirito che attesti e certifichi il valore di mercato dell’azienda editoriale. Al contrario, i dati verificati dalla Fondazione, hanno messo in luce – in sede di approvazione del bilancio al 31.12.2021 e poi del bilancio di messa in liquidazione - l’esistenza di una perdita di euro 306.239,00 (trecentoseimiladuecentotrentanove), nonostante la società editrice del giornale “Calavrìa” abbia goduto di consistenti iniezioni di liquidità da parte del socio Fondazione: una prima volta, 150 mila euro, nel 2021 (la testata ha iniziato a operare nel mese di giugno e tale anticipazione avrebbe dovuto soddisfare le esigenze del giornale per l’intero anno – dodici mesi - e non per sei, come è stato -); la seconda, 160 mila euro, erogati (dall’ex presidente Franco Pellegrini, senza il consenso del Consiglio di Amministrazione), a gennaio 2022 e anch’essi risultati interamente utilizzati ed esauriti a giugno 2022.
È del tutto evidente, dunque, che le cospicue risorse messe a disposizione di “Calavrìa” dalla Fondazione non siano riuscite a invertire il trend negativo dell’intrapresa giornalistica, e che il budget annuale, fissato in 150 mila euro, non sia stato rispettato (perché, a differenza di quanto sostiene il prof. Pellegrini in un solo anno di gestione sono stati bruciati 300 mila euro!!!). Sul bilancio negativo della società “Calavria” ha pesato anche l’inesistenza di una minima raccolta pubblicitaria e un esito assai deludente dei risultati dovuti alla promozione del giornale sui social, per la quale il prof. Pellegrini, nella sua ennesima distorta rappresentazione dei fatti, ha investito circa sessanta mila euro (il doppio di quanto indicato nell’intervista). Ma anche la gestione dei rapporti con i collaboratori de “I Calabresi” ha avuto un peso rilevante nell’andamento economico assolutamente insoddisfacente del giornale, risultando estranea ai principi di parsimonia e oculatezza, che devono contraddistinguere ogni intrapresa imprenditoriale, e nemmeno lontanamente confrontabile con i parametri di valutazione ed i livelli di retribuzione previsti per i collaboratori di altre testate. Inoltre, per ristabilire gli esatti termini della questione circa la “gratuità” degli incarichi di direttore generale e presidente della Fondazione svolti dal prof. Avv. Francesco Pellegrini, è doveroso riferire – in segno di riconoscenza nei suoi confronti – che il fondatore, dott. Sergio Giuliani, a suo tempo “donò” al signor Francesco Pellegrini ben cinquecento quarantamila euro (540mila euro), con l’onere di svolgere quei ruoli fino al momento in cui sarebbe uscito di scena, senza null’altro a pretendere. Per ciò che concerne, infine, la presunta “manovra ispirata dall’esterno”, alla quale il Cda della Fondazione si sarebbe prestato sfiduciando il presidente protempore Francesco Pellegrini, quest’ultimo dovrebbe, per serietà e senso di responsabilità, fare nomi e cognomi. Nel caso in cui, invece, non lo facesse, come è praticamente certo, visto che si tratta dell’ennesima colossale farneticazione del Francesco Pellegrini medesimo, che ha sempre visto nemici e complotti in ogni dove, sarebbe non solo una gravissima affermazione, di cui dovrà dare conto nelle sedi competenti, ma un pessimo servigio alla causa della buona e trasparente informazione, che ha sempre sbandierato come elemento distintivo e punto di netta e cruciale differenza tra il giornalismo praticato dal quotidiano “I Calabresi” e le altre testate.
Il discrimine giudicato intollerabile, che addirittura avrebbe spinto ad agire contro il giornale mai individuati gruppi di potere, e nugoli di nemici, dichiarati e non, tra i quali, a suo parere, vi sarebbe la stessa Fondazione “Attilio e Elena Giuliani”. Ma il signor Francesco Pellegrini, anche in questo caso, è smentito dai fatti. Il nuovo Cda, infatti, non solo ha incoraggiato la prosecuzione dell’esperienza de “I Calabresi”, benché, come è comprensibile, su basi e presupposti economico-organizzativi diversi rispetto al passato, ma ha ceduto la testata ai tre giornalisti che vi avevano operato al prezzo simbolico di cento euro, deliberando inoltre un contributo una tantum di centomila euro alla nuova società editoriale che gli stessi professionisti hanno costituito. Ciò, evidentemente, con lo scopo di aiutarli a ricominciare e a operare con relativa tranquillità, in attesa che il giornale, come è auspicio del nuovo Cda, spicchi il volo, libero da condizionamenti, verso traguardi ricchi di soddisfazione personale, professionale e gestionale. Non credo sia necessario aggiungere altro. Se non che il nuovo Cda della Fondazione tutelerà gli interessi e l’immagine dell’Istituzione che rappresenta, nonché quella propria e di ognuno dei suoi componenti, promuovendo in tutte le sedi le azioni utili al raggiungimento di questi obiettivi".