Dopo diversi anni dall’operazione “Il Crimine” che, per la prima volta documentò i viaggi a Polsi degli esponenti delle cosche reggine, l’inchiesta “Galassia”(QUI i nomi delle persone coinvolte) torna a ribadire un concetto molto caro agli appartenenti ai clan: andare in terra d’Aspromonte è una cosa molto importante. Lo si evince dalle carte dell’indagine, dove viene svelato quanto accaduto nel 2016, quando si riunì il cosiddetto “triangolo delle Bermuda” con destinazione Polsi.

È cosa nota che, nel periodo di settembre, sono diversi i camion scoperti che partono alla volta del centro aspromontano al ritmo di tarantella, suonata per ore, con un mezzo ornato con piante e immagini sacre. A questo rituale non sfuggono i giovani rampolli dei clan.

Il percorso organizzato

Si prevede un percorso molto dettagliato, con tanto di passaggio dalle case circondariali di Reggio Calabria “San Pietro” ed “Arghillà”, nonché nei pressi dell’abitazione di Roberto Franco, capo dell’omonima cosca operante a Santa Caterina.

Chi può partecipare

Ma non solo. Si pone attenzione anche alle persone che sarebbero potute salire a bordo del mezzo. Viene utilizzato un autocarro scoperto con tanto di amplificazione e generatore elettrico e vengono invitati solo quei soggetti ritenuti idonei a partecipare all’evento. I personaggi intercettati parlano chiaramente di amici appartenenti alle locali di Archi, Condera e Cannavò, con un’espressione piuttosto emblematica: «Facciamo il triangolo delle bermuda Archi, Condera e Cannavò».

 

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