FOTO | Bambini con palloni da calcio, bici e plaid. C'è chi pratica sport e chi attende un caffè davanti ai bar che hanno deciso di alzare la saracinesca
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«Il caffè è il caffè, tira sempre» - dice Marisa Pristerà in piedi davanti all’ingresso del suo bar, messa a presidio di avventori indisciplinati che nel primo giorno di “libertà” hanno anche tentato l’occupazione dei pochi tavolini all’aperto posizionati fuori l’attività commerciale.
A due passi gli uffici della Procura, la trafficata via Indipendenza, piazza Matteotti e il monumento del Cavatore. «Non mi dica che siete aperti?» - si avvicina con questo interrogativo e con una buona dose di meraviglia un passante, e Marisa precisa: «Solo per l’asporto».
È una riapertura a scartamento ridotto ma i pochi commercianti che questa mattina si sono presi il rischio di rialzare le saracinesche ci credono: «Qualcosa si muove, bisogna essere ottimisti» - conferma sempre Marisa, titolare di un bar che prima del fatidico lockdown brulicava di avvocati, magistrati e persone giunte nel capoluogo per sbrigar pratiche. «C’è ancora paura e lo si capisce dalla gente che ti schiva non appena ti avvicini un po’ troppo, ma ci sono anche persone che non rispettano le regole. Stamattina più d’uno è entrato nel locale pretendendo di prendere il caffè seduto. Ho dovuto spostare un tavolo all’ingresso per bloccare l’accesso e munirmi di alcool per disinfettare tutto».
Chi riapre e chi no
E anche in centro storico c’è chi non si nega il piacere del caffè: «Stamattina sono arrivate persone con il preciso desiderio di bere un caffè» - ci spiega Simona Chiricò, titolare di un bar in piazza Prefettura. «Dopo due mesi» - ci hanno detto. Ma anche tanta gente che aveva solo voglia di parlare dopo tutto questo tempo chiusa dentro.
«Io sono stata molto combattuta, fino alla fine avevo il dubbio se riaprire o meno ma poi ho pensato che da qualche parte bisognerà pur ripartire. Proviamo per questa settimana e vediamo come va!» - Ma sono in molti coloro i quali hanno deciso di continuare a restar chiusi, molti bar in centro.
Entra con passo incentro e si guarda intorno. Nelle vetrinette ancora poca la rosticceria esposta. Da dietro il bancone Lucia l’incoraggia: «Di cosa ha bisogno?» e l’avventore: «Calzoni ne avete?».
Sono ancora in preparazione ma l’uomo ne ordina due e attende per poterli portare via. «Questa mattina abbiamo deciso di provare, vediamo cosa succede» ci racconta Lucia Chiricò, titolare di una rosticceria su corso Mazzini. «Nel nostro settore, in teoria, non dovremmo avere problemi, anche prima i clienti prendevano i vassoi di rosticceria per portarli via. Oggi però c’è ancora poca gente in giro e poca gente negli uffici. È una giornata di pura sperimentazione».
Bici, palla e plaid. Il parco ritorna vivo
Punteggiano, invece, il verde del parco della biodiversità palloni da calcio, bici e plaid. Qui le persone brulicano davvero e approfittano del clima mite per una passeggiata all’aperto. «Sono arrivato qui alle 7» - racconta Vitaliano Fulciniti, sportivo per hobby e rappresentante di professione. «Ho fatto una camminata nel parco e poi sono andato agli attrezzi. È stata un’emozione forte per chi come me è uno sportivo. Prima dell’emergenza venivo sempre al parco per la corsetta prima di andare al lavoro e oggi mi sono commosso. Sono convinto che ne usciremo e torneremo alla vita di sempre perché noi catanzaresi siamo testardi. Entro giugno torneremo in libertà».