Lo sfogo di Angelo Frijia in un post su Facebook. Chiede maggiore rapidità nelle indagini e interventi tempestivi per mettere al sicurezza la zona in cui persero la vita la moglie e i suoi due bambini
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«Sento troppo silenzio, non è finito nulla, dimenticare non è da me». Inizia così il nuovo post che Angelo Frijia chiede a tutti di condividere dal suo profilo facebook. Il riferimento è alla tragedia che lo ha colpito e che lo ha visto perdere nell’alluvione del quattro ottobre scorso moglie e figli. Un dramma sul quale la Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio plurimo. Al vaglio le responsabilità che hanno portato il fiume Cantagalli ad esondare in quella maledetta serata portandosi via tre vite, ma non solo. Sul posto è stato inviato un pool di esperti, impegnati a determinare anche se le condizioni della strada avevano delle falle.
Ed è proprio a questa indagine che Frijia si riferisce: «È da giorno quattro che aspetto: a tutte le istituzioni e a tutte le competenze muovetevi ora, se non siete stati in grado di farlo quella notte». Frijia chiede di intervenire, di fare in modo che quello che è accaduto non debba ripetersi. E fa specie pensare che a soli dieci giorni dall’esondazione del torrente Turrina che è tracimato nell’area industriale mettendo in ginocchio decine di aziende, non si sia messa mano agli argini, così che questo dopo pochi giorni ha di nuovo abbandonato il suo letto, facendo ripiombare nell’angoscia gli imprenditori della zona.
«I più potenti su questa terra venite a me solo così mi posso sfogare – scrive Angelo Frijia - prego anche per questo voi tutti pregate con me che siamo in tanti».
LEGGI ANCHE:
Le lacrime di papà Angelo, il Milan e il sogno di Christian e Nicolò spezzato per sempre
Il dolore di papà Angelo sul luogo del ritrovamento del piccolo Nicolò
Una famiglia distrutta e il dramma di papà Angelo che piange Stefania e il «suo campione»