Non fa sconti alla politica il vescovo di Cassano allo Ionio monsignor Francesco Savino nel valutare l’evoluzione della linea del Governo Meloni rispetto alla gestione del fenomeno delle migrazioni. Vicepresidente della Conferenza Episcopale, il presule ha partecipato a Cosenza, nella mattinata di oggi, 28 settembre, ad un incontro con i giovani impegnati nel volontariato e nel servizio civile, inserito nel calendario della Settimana della Cultura Calabrese promossa dalla Universitas Vivariensis ed ospitata all’Auditorium Guarasci del Liceo Telesio. E ha detto la sua rispetto alle proposte messe sul tavolo negli ultimi giorni sfociate nell’adozione, nelle ultime ore, di un nuovo decreto sicurezza.

Si oscilla tra indifferenza e criminalizzazione

«Mi riservo di leggere il testo del provvedimento in maniera analitica – ha detto al nostro network monsignor Savino – Tuttavia siamo sempre più in un tempo in cui il pendolo delle nostre posizioni oscilla tra l’indifferenza e un atteggiamento quasi criminale nei confronti dei nostri fratelli e delle nostre sorelle immigrate. Loro non sono un problema, ma un grande capitale umano. Anche Papa Francesco lo sottolinea. Ci vuole accoglienza, accompagnamento, discernimento e integrazione. La sfida è duplice: da una parte noi dobbiamo accogliere secondo i criteri di giustizia, di legalità e di generosità. Poi c’è la questione integrazione. Se accolgo e non integro non si realizza quel meticciato importante che indica civiltà e democrazia matura».

La patologia dell'annuncite

Il vicepresidente Cei inoltre si è detto critico sull’allestimento di ulteriori Cpr, i Centri di permanenza per il rimpatrio. «Vorrei capire quante persone si prevede di trattenere in ogni Centro di permanenza, per quanto tempo, chi si occupa del loro accompagnamento, qual è il livello di dignità della vita di questi centri. Poi non ho ancora capito se quella proposta a metà strada tra il ridicolo e il patetico dei cinquemila euro da versare per uscire dai centri di permanenza, sia contenuta o meno in questo provvedimento. Di sicuro posso dirle che la politica da un po’ di tempo a questa parte mi sembra colpita da una brutta malattia: l’annuncite».

L'abbraccio della fratellanza

All’esterno dell’Auditorium era esposta un’opera artistica realizzata da Antonio La Gamba con alcuni resti del barcone affondato a Cutro lo scorso 26 febbraio. Rappresenta appunto una imbarcazione con a bordo un ragazzo «vestito d’oro come il colore delle termocoperte che avvolgono i migranti al loro approdo sulle nostre coste – ha spiegato Demetrio Guzzardi, promotore della Settimana della Cultura Calabrese – Questa opera artistica accompagna tutte le tappe della nostra rassegna. È un modo ritengo molto significativo per lanciare anche da qui l’appello non a respingere, ma ad abbracciare coloro che in pace e senza armi, vengono qui a cercare aiuto. La cultura è certamente utile per emancipare la società e far capire il senso della fratellanza umana».