Non potrà essere ancora oggetto di culto pubblico ma, nel cuore di tanti fedeli, la “santità” è un tratto che caratterizza da sempre la figura di Natuzza. In lei, centinaia e centinaia di persone hanno riposto speranze di guarigione. Sapeva arrivare al cuore con poche parole e, nella sua umile dimora, a Paravati, accoglieva storie e vite da tutta Italia. Oggi, la cerimonia solenne di apertura della causa di beatificazione e l’istituzione del Tribunale ecclesiastico, ha rappresentato un momento di grande commozione per tutti i suoi figli spirituali. Anche per quanti non sono riusciti a raggiungere la spianata della Villa della Gioia. Tra le testimonianze raccolte in occasione dello speciale “Verso la beatificazione”, andato in onda su LaC Tv, anche la vicenda del piccolo Manuel. Il bambino, due anni appena, investito il 22 aprile scorso a Curinga, aveva poche speranze di sopravvivenza. Troppo gravi le ferite riportate nell’incidente. Ma la fede incrollabile dei genitori, le cure dei medici, hanno portato ad un vero e proprio miracolo. Qualche giorno prima di Natale, infatti, Manuel ha fatto ritorno a casa, tra le lacrime di felicità della famiglia.

La testimonianza del papà di Manuel

Con l’apertura del procedimento di beatificazione, il papà Diego D’Ascoli, non ha dubbi: porterà la sua testimonianza sulle “virtù eroiche” di Natuzza, comparsa in sogno durante quei drammatici mesi: «È mio dovere farlo. Ho avuto una grazia e l’infinito dono di avere mio figlio in queste condizioni». Secondo i sanitari per Manuel le strade sarebbero state due: lo stato vegetativo oppure la morte: «Ancora oggi- aggiunge – luminari di fama internazionale, hanno difficoltà a spiegarne i miglioramenti». Il Tribunale, vaglierà le diverse testimonianze che passeranno all’esame di una apposita commissione. Se tutto procederà senza intoppi, sarà il Papa ad annunciare la beatificazione. 

 

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