Non è quello che raccontano le fiction. E anche se i contenuti delle varie operazioni sembrano veri e propri copioni degni di una qualsiasi sceneggiatura criminale, la realtà alle nostre latitudini supera qualsiasi forma di tetra fantasia.

«Devi alzare le mani!... Devi alzare le mani. Nino... Le devi alzare le mani e la devi sfregiare! Perché se non capisce così, devi alzare le mani e sfregiarla». È cosi che parlava della sorella Antonio Crupi: «Agghiacciante era il suggerimento che dava al cognato, invitandolo a picchiare la sorella fino a sfregiarla». Per gli inquirenti che hanno chiuso il cerchio sulle dinamiche che hanno governato il territorio di Gallico negli ultimi dieci anni, si tratta di frasi «tipiche della classica violenza e prepotenza di un sodalizio criminale di stampo mafioso, rispecchiavano di fatto quelli che erano i metodi utilizzati dalle associazioni criminali per raggiungere i propri fini».

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Il sodalizio criminale

Quella di Crupi è solo una delle figure emerse nella ricostruzione di un gruppo che aveva imposto il controllo sul territorio di Gallico. L’attuale operazione, infatti, costituisce la «naturale prosecuzione di Malefix rispetto alla quale va a chiudere un cerchio in cui abbiamo ormai note tutte le dinamiche criminale più importanti legate al territorio di Gallico». Lo ha chiarito Giuseppe Izzo, direttore della Sezione Investigativa di Reggio Calabria del Servizio Centrale Operativo. Un territorio ambito, quello di Gallico che «dopo la graduale perdita di controllo criminale dello stesso da parte dei Condello ha visto il susseguirsi di conflitti e di gruppi in lotta tra di loro». E Izzo ha chiarito come questi gruppi criminali «hanno manifestato questo conflitto attraverso numerosi atti intimidatori che hanno riguardato numerose attività commerciali legate ad interessi economici dei gruppi in conflitto».

Gli interessi del clan a Gallico

Dai centri scommesse alla gestione del pane. Tutto doveva essere controllato. Per il pubblico ministero, l’attività d’indagine ha «permesso di accettare come la cosca di Gallico esercitasse un controllo penetrante sulle attività economiche della zona». E un esempio portato come emblema dagli inquirenti è quello legato alle assunzioni al supermercato a marchio Lidl al quale, fin dalla sua apertura, erano state «imposte dalla cosca plurime assunzioni di lavoratori legati ai vari esponenti di 'ndrangheta».

E fondamentali, insieme alle intercettazioni, le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia. Nel caso in particolare hanno permesso di individuare in «Domenico Marcianò, detto "Micu Briscola", l'esponente apicale della cosca che, facendo sfoggio del proprio potere criminale, aveva fatto assumere nella società Lidl Italia srl persone legate alla cosca».

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Le pressioni per far promuovere la moglie

E dimostrativa del controllo esercitato dalla cosca, per gli inquirenti è la vicenda relativa alla promozione sul luogo di lavoro della moglie di Antonino Crupi. Nel maggio del 2018 Antonino Crupi, per come poi da lui riferito alla moglie e ricostruito dagli investigatori tramite le intercettazioni, si interfacciava con il capo area di Lidl Italia, incaricato della gestione dei tre supermercati di Reggio Calabria e di Melito Porto Salvo, sponsorizzando la progressione in carriera della moglie.

«Crupi, evidentemente seccato per l'insoddisfazione lavorativa della congiunta, chiariva di non voler che la stessa fosse presa in giro dal capo area. “Gli ho detto io: Nino dimmi una cosa, tu pensi che vuoi prendere in giro a mia moglie? Cioè fammi capire, spiegami, fammi”. E il capo area assecondava il suo volere, assicurando la promozione della donna entro soli 5 giorni. “Ha detto Nino: te lo garantisco io! Ma non perché, voglio dire mi stai obbligando tu, siccome tua moglie merita stai tranquillo che ora me la vedo io! Entro cinque giorni stai tranquillo”. assumendosi l'onere di parlarne con ì dirigenti. “Entro giorno cinque, io mi devo vedere con i dirigenti. Te la risolvo io la cosa, stai tranquillo”.

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L'impegno assunto dal capo area veniva effettivamente portato avanti, sebbene un comportamento della donna - la sua iscrizione presso un sindacato dei lavoratori - poco gradito alla società, creava qualche momento di frizione tra il primo e i dirigenti dì Bari, sempre per come riferito da Crupi alla donna. “Mi hanno umiliato! Mi hanno detto: scusa, te ne sei venuto qua, io sono partito sono andato a Bari per parlare con le persone... con il Dirigente... (...)vedi che mi hanno umiliato/ Mi hanno detto: Scusa, ma questo cazzo di Nino, chi cazzo è? Un cesso, un carabiniere, chi è? Fammi capire”. Che la moglie dì Crupi, nonostante le false lusinghe del capo area (tua moglie merita), non avesse i requisiti per ottenere quella promozione emergeva dalle stesse parole dell'indagato. “Ora il sindacato sai che fa? Non fa un cazzo perché tu non hai le cose, i presupposti per poterlo fare”».

Ad essere contestato è l’atteggiamento intimidatorio del Crupi che «sostituendosi in quelle che sono le scelte di un'azienda, intimava al capo area, in previsione di un'ipotetica promozione di un dipendente della filiale Lidl di Gallico, di far progredire nella professione sua moglie. "Con tutto il rispetto, non perché non mia moglie ma mia moglie lavora, non ti ha dato mai problemi, tutto! Giusto? Ora se merita qualcuno di crescere, deve crescere lei!"».

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Il contesto sociale «soffocato»

Dopo Malefix ed Epicentro l’operazione Gallicò mette in luce le attività estorsive. E come più volte emerso anche la vendita del pane era «cosa loro». In particolare, ha spiegato Izzo, le attività riguardavano due esercenti che avevano cercato di ampliare la propria attività. «Cercando di vendere il pane è andato in concorrenza con un’altra esercente. E in quel momento entrato in scena Gino Molinetti il quale ha risolto a modo suo la questione indicando lui chi dovesse e chi non dovesse vendere il pane».

Ed è in Malefix che è emerso uno dei conflitti tra Gino Molinetti e Carmine De Stefano. Per Izzo erano proprio le mire espansionistiche di Gino Molinetti su Gallico al centro di quell’incontro. E in quella conversazione registrata, Molinetti «riferisce chiaramente come lui avesse il controllo su Gallico attraverso anche i suoi collegamenti con due persone. In particolare fa il nome di Mario e Rocco. Quindi, il completamento sostanzialmente di alcune vicende che erano emerse in Malefix».

Vi sono numerose conversazioni in cui emerge come «lo stesso Molinelli insieme a Corso in alcuni momenti si sono occupati del sovvenzionamento e dell’assistenza dei familiari dei soggetti che erano stati carcerati. Queste sono le dinamiche emerse dall’attività su contesto criminale di Gallico. Un’attività che è durata anni».