Domenico Romeo, considerato il contabile del clan Alvaro di Sinopoli, era stato scarcerato. Ma fuori dal penitenziario, ad attenderlo, i finanzieri con un decreto di fermo per pericolo di fuga
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Il gip di Reggio Calabria non fissa l' interrogatorio di garanzia e cinque giorni dopo la cattura l'ex latitante Domenico Romeo, 40 anni, arrestato il 3 febbraio dopo essere sfuggito all'operazione "Buon vento genovese", esce dal carcere. Ma ad attenderlo c'erano già i finanzieri del Gico di Genova ai quali il pubblico ministero Federico Manotti aveva consegnato un decreto di fermo per pericolo di fuga. Il corto circuito giudiziario è andato in scena sabato scorso.
Un corto circuito giudiziario
Passati cinque giorni, il difensore del latitante aveva presentato istanza di scarcerazione. Il gip di Genova aveva annullato l'ordinanza e accolto l'istanza visto che il collega calabrese non aveva provveduto nei termini di legge. A quel punto, però, il sostituto procuratore della Dda genovese aveva preparato un decreto di fermo motivandolo con il pericolo di fuga visto che Romeo era riuscito a scappare e non farsi trovare per sei mesi.
Romeo viene considerato il contabile dei clan
L'uomo è così uscito dal carcere ma fuori, invece dei parenti, c'erano ad aspettarlo i finanzieri che lo hanno riaccompagnato in cella. Non è escluso che il ministero possa inviare gli ispettori per capire come mai non sia stato fissato l'interrogatorio, rischiando di fare scappare di nuovo Romeo. L'uomo è ritenuto dagli investigatori il contabile della 'ndrina degli Alvaro di Sinopoli che gestiva il traffico di stupefacenti dal Sud America verso l'Italia, passando per il porto genovese. Nel corso dell'inchiesta erano stati sequestrati 368 chili di cocaina, che avrebbe fruttato sul mercato italiano circa 100 milioni di euro.