Nella puntata di LaC Dossier dedicata al bimbo americano ucciso tra gli svincoli di Serre e Mileto anche il racconto commosso di chi tornò alla vita grazie alla decisione, all’epoca inconsueta, dei suoi genitori
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C’è un filo rosso, rosso speranza che continua ad unire i coniugi Green con l’Italia. Perché in quella terra che ha tolto loro il dono più prezioso, un figlio, che li ha condannati ad una sofferenza straziante e senza termine, gli organi di Nicholas continuano a dare la vita, ad essere parte di un ingranaggio.
Sono sette le persone che hanno ritrovato il sorriso grazie al cuore, ai reni, alle cornee, al fegato, alle isole pancreatiche dei bimbo americano barbaramente ammazzato nel 1994.
Una pioggia di colpi di arma da fuoco arrivò sulla macchina che i suoi genitori stavano conducendo verso la Sicilia, ennesima tappa di una splendida vacanza in Italia.
Una morte tragica, un evento straziante, una sciagura trasformatasi però in speranza per sette persone.
Le interviste
Nella puntata di LaC Dossier dedicata proprio al piccolo Nicholas vi riproponiamo le interviste realizzate all’epoca dal giornalista Pino Nano e che raccontano la timida felicità di chi ha appena accarezzato la speranza di potere vivere, crescere, abbracciare ancora a lungo i propri familiari.
«Un’altra vita, per me sarà sicuramente un’altra vita», raccontava da un letto di ospedale Maria Pia Pedalà che del bimbo americano aveva ricevuto il fegato. Oggi Maria Pia ha 44 anni, al momento della morte di Nicholas ne aveva 19 ed era in coma. Maria Pia sente regolarmente i coniugi Green e si sente riconoscente nei loro confronti, tanto da avere dato il nome del piccolo Nicholas ad uno dei suoi due figli.
Tino Motta aveva dieci anni, era il più piccolo dei riceventi. Poco dopo l’intervento, nelle interviste raccolte all’epoca dal giornalista Rai, con un sorriso disarmante e un colorito accento siciliano ringraziava i genitori del bimbo per avere «fatto una cosa bella».
Maria Di Ceglie, all’epoca quattordicenne, ha ricevuto l’altro rene di Nicholas e grazie a questo ha vissuto per oltre venti anni, da poco è tornata in dialisi.
A Francesco Mondello, ex giocatore di rugby, andò una delle cornee del ragazzino americano, l’altra andò a Domenica Galletta che da cinque anni aspettava un trapianto e che non aveva mai potuto vedere chiaramente in viso la figlia.
«Senza di loro – dichiarò Domenica a Pino Nano con ancora indosso la benda post operatoria – non avrei avuto nessuna speranza».
Silvia Ciampi è romana, a lei andarono le isole pancreatiche.
A ricevere il cuore di Nicholas fu Andrea Mongiardo, all’epoca quindicenne. Pesava appena 27 chili Andrea e aveva già avuto tre interventi chirurgici, una malformazione al cuore gli stava succhiando via la vita. Raggiante Andrea subito dopo l’intervento dirà: «Mi hanno ridato la vita». Quel cuore ha battuto fino a poco tempo fa. A 37 anni Andrea si è spento.