Una vittoria per Nino De Masi. Anche se lui di vittoria non parla e, intervistato da Pietro Comito per il programma in onda su LaC "I fatti in diretta", alla domanda sulle sensazioni vissute dopo la condanna del boss di Rizziconi Teodoro Crea e del figlio Giuseppe, a conclusione del processo per estorsione aggravata dalle modalità mafiose nei confronti della sua azienda, risponde così: «Mi sento come un normale cittadino e un normale imprenditore che ha fatto il suo dovere di denunciare e di avere piena e totale fiducia nella legge».


Da anni sotto scorta dopo la denuncia delle estorsioni subite dal clan locale, Nino De Masi però non ci sta ad essere «catalogato» come un testimone di giustizia: «Non vivo di apparenze, non sono un professionista dell'Antimafia, ho solo ben chiari i concetti di dignità, legalità e di libertà. Vivo del mio lavoro cercando di dimostrare che in questa terra si può creare opportunità di sviluppo e crescita».


L’imprenditore, spiegando ai nostri microfoni la situazione in cui oggi è costretto a vivere, «la solitudine più totale», lancia un appello ai cittadini, «Vorrei chiedere alla gente dio stare vicino alle aziende, di stare accanto a noi», e un messaggio di speranza: «Sono consapevole dei rischi ma sono anche convinto che qualsiasi cosa dovesse succedermi la gente saprà reagire, saprà scendere in piazza, saprà proteggere il proprio futuro. È ora di dire basta e di essere pronti a fare la rivoluzione se qualcuno pensa di bloccare lo sviluppo di questa terra».