VIDEO | Conferenza stampa del movimento guidato da Davide Gravina, che ha annunciato iniziative per giungere a un accordo con l’arcidiocesi Cosenza-Bisignano sul complesso religioso che sarebbe stato sottratto alla comunità dai Padri Passionisti
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Nel salone della delegazione comunale alla Marina, si è svolta una conferenza stampa del movimento politico “Fuscaldo Europea”, il cui intento resta quello di informare la comunità del paese sugli sviluppi della questione che interessa la proprietà del convento che, dedicato a San Francesco di Paola, rappresenta l’edificio più imponente del centro storico.
Il complesso religioso, che veglia sul borgo antico, sembra essere stato "sottratto" alla comunità dalla congregazione dei Padri Passionisti che, nel lontano 1927, con la complicità di un notaio partenopeo, avrebbero prodotto documenti falsi per affermarne la loro titolarità.
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Durante l'evento, Davide Gravina, leader della compagine politica ed ex sindaco del borgo tirrenico, insieme al consulente legale Luigi Suma, hanno illustrato i punti chiave di questo intricato caso, che sta suscitando notevole clamore anche al di fuori dei confini comunali.
«Quando c'era da discutere questioni campane o pugliesi si veniva in Calabria - ha spiegato l’avvocato Suma, parlando del presunto modus operandi dei Passionisti - o, all'inverso, se gli atti dovevano riguardare beni che erano in Calabria, per procedere con intestazioni mediante atti notarili li andavano a consumare in Campania oppure in Puglia. Un atteggiamento tendenzialmente diretto a camuffare, a nascondere quella che in effetti è la realtà. In buona sostanza, cercavano di intestarsi questi beni in assenza dei reali proprietari. Questo era il gioco, il sistema, ormai collaudato sul campo. Io ho dato lettura e studio alla documentazione che l’ex sindaco Gravina è riuscito a catalogare, basta leggerla senza alcuna interpretazione e già si capisce bene quello che è successo, tutti i passaggi di volta in volta che sono stati consumati».
I due relatori hanno fatto sapere che la strategia per venire a capo dell’impasse è stata divisa in tre momenti chiave. La prima fase, conclusasi con la redazione del dossier "La proprietà del convento di Fuscaldo", ha dimostrato in modo incontrovertibile, attraverso ricerche storiche di archivio, che la proprietà della struttura religiosa appartiene al Comune di Fuscaldo fin dal 1866.
La seconda fase, attualmente in corso, ha comportato l'invito e la diffida ufficiale, datata 16 gennaio, nei confronti del sindaco di Fuscaldo, Giacomo Middea, e del superiore della Provincia del Sacro Costato della Congregazione dei Padri Passionisti. All’attuale primo cittadino è stato richiesto di intraprendere iniziative atte a tutelare la proprietà comunale. «In mancanza di una risposta positiva, entro quindici giorni dalla notifica della diffida - ha annunciato Gravina - ogni illecito sarà denunciato alle autorità amministrative e giudiziarie, per annullare le violazioni e preservare i diritti della comunità fuscaldese».
«Mi auguro - ha proseguito l’ex primo cittadino - che questi 15 giorni possano essere utilizzati per riconsiderare e rivedere le posizioni assunte dal comune. Alla luce della documentazione del dossier e della diffida notificata ufficialmente, (dal municipio, ndr) possono addivenire alla decisione di andare in consiglio e dichiarare la struttura religiosa nel patrimonio dell'ente. Se questo avviene, bene, abbiamo assolto il nostro compito, ma temo che questa possibilità, man mano che stiamo arrivando alla scadenza, non si concretizzerà».
La terza fase, gestita direttamente dal “Comitato pro-convento”, prevede tre aspetti fondamentali: il monitoraggio dei finanziamenti per la conclusione dei lavori e l’apertura della chiesa conventuale (chiusa nel dicembre del 2011) al culto dei fedeli; il recupero del tesoro (libri, presepi, quadri, sculture, arte sacra, arredi sacri) trasferito in altri luoghi; e il futuro della chiesa e del convento, che potrebbe essere affidato a un altro ordine religioso o trovare un accordo con l'arcivescovo di Cosenza-Bisignano.
Il movimento extraconsiliare fuscaldese, ha infine stigmatizzato l’atteggiamento dell’amministrazione comunale in carica, la cui gestione della questione è stata bollata come «misera, ingiustificabile e irresponsabile».