Erano «pronti a ricorrere a nuovi meccanismi societari e operazioni finanziarie» che permettessero al gruppo di lucrare ancora sul business dei carburanti. Pronti a capitalizzare l’attività e «realizzare profitti illeciti» pur consapevoli «che ciò rispondeva agli interessi economici e alle finalità della cosca Mazzaferro». Il sistema messo in piedi a Roma era funzionale all’arricchimento del clan di Marina di Gioiosa Jonica. Lo pensano i pm della Dda capitolina e lo conferma il gip nell’ordinanza di custodia cautelare che ha disposto arresti in carcere (7), ai domiciliari (12) e obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria (6).

L’inchiesta nasce da un’informativa della Guardia di Finanza di Roma del 18 febbraio 2022 e muove dai rapporti d’affari intessuti da un imprenditore romano, Alessandro Toppi, «con alcuni soggetti di origine calabrese». Il settore è quello del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi. Le intercettazioni a carico dell’imprenditore avrebbero «lasciato emergere le fitte trame di relazioni nel comparto petrolifero con esponenti calabresi come Vincenzo Mazzaferro (classe 1971), il figlio Salvatore Mazzaferro (classe 1997) e Nicolò Sfara (classe 1994), quest’ultimo legato ai primi due da vincoli di sangue». Tutti, spiega il gip, sarebbero da tempo «operativi nella Capitale sul mercato dei prodotti petroliferi, grazie alla complicità di una pluralità di soggetti e l’utilizzo di società cartiere e di comodo».

I pm sottolineano che Vincenzo e Salvatore Mazzaferro appartengono «a un altro ramo della “famiglia” Mazzaferro»: i due, però, sarebbero «comunque legati al boss da stretti vincoli di parentela». Per l’accusa, Sfara e i Mazzaferro si sarebbero avvaldi «strumentalmente delle attività economiche in cui sono impegnati per la sistematica commissione di attività illecite». Una delle ditte, Istituto servizi Italia srl, sarebbe stata «di fatto riconducibile a Nicolò Sfara e al gruppo Mazzaferro, almeno fino alla data del 20 marzo 2019». A quel punto Toppi avrebbe ceduto «l’intero capitale a un soggetto contiguo a un clan di camorra, lasciando peraltro Sfara all’oscuro di tutto». Il “vero proprietario”, «non a caso, appena venuto a conoscenza dell’operazione, vissuta come un vero e proprio affronto», si sarebbe mostrato «determinato a risolvere la questione ricorrendo alla logica mafiosa della violenza». La reazione è convincente, visto che Toppi si allontana precipitosamente dall’Italia «per trovare riparo in Albania, preoccupandosi di mettere al sicuro anche moglie e figlio presso persone fidate». È l’inizio di un’inchiesta che svelerà agli inquirenti gli altri pezzi della rete che avrebbe «agevolato l’attività dell’organizzazione mafiosa di riferimento». Il clan di Marina di Gioiosa Jonica avrebbe ampliato i propri affari partendo dalla Capitale per arrivare anche in altre regioni. Seguendo compagini societarie e presunti prestanome, i magistrati antimafia di Roma hanno ricostruito un sistema economico criminale che valeva 7 milioni di euro.

I nomi delle persone coinvolte

In carcere:

Nicolò Sfara, nato a Locri il 12 maggio 1994;

Vincenzo Mazzaferro, nato a Marina di Gioiosa Jonica l’8 dicembre 1971;

Salvatore Mazzaferro, nato a Siderno il 15 gennaio 1997;

Pietro Celani, nato a Roma il 15 giugno 1978;

Giuliano Gallo, nato a Velletri il 15 aprile 1978;

Michelangelo Norcia, nato ad Ariano Irpino il 14 settembre 1985;

Simone Pasquini, nato a Roma il 28 febbraio 1979.

Arresti domiciliari:

Massimo Biasetti, nato a Roma il 4 ottobre 1959;

Fabio Bruschini, nato a Nettuno il 3 maggio 1979;

Pasquale Capano, nato a Belvedere Marittimo il 21 novembre 1961;

Pierluigi Carloni, nato a Roma il 27 luglio 1975;

Corrado Casaburi, nato a Cava de’ Tirreni il 14 giugno 1973;

Gianluca De Cubellis, nato a Roma il 22 dicembre 1975;

Davide Guerci, nato a Roma il 18 marzo 1984;

Gianluca Lusso, nato a Torino il 1° luglio 1980;

Luca Perconti, nato a Roma il 31 maggio 1985;

Alessandro Toppi, nato a Roma il 7 luglio 1964;

Domenico Toscano, nato a Marino il 20 marzo 1955;

Gennaro Alessandro Toscano, nato a Roma il 7 agosto 1975.

Obbligo di firma:

Luigi Bianchi, nato a Bologna il 12 marzo 1973;

Barbara Capanna, nata a Roma il 27 aprile 1973;

Aldo Amedeo De Cubellis, nato a Marzano Appio il 16 aprile 1942;

Tito Fazioli, nato a Roma il 1° novembre 1961;

Valentina Forti, detta Veronica, nata a Roma il 23 aprile 1985;

Fabio Marini, nato a Roma il 1° marzo 1977.