"I medici sono stati bravi". Parla così l'ignara madre di un bambino che oggi ha 5 anni, è invalido al 100% e ha gravissimi problemi cerebrali. Secondo la procura di Reggio è stata l'imperizia dei medici a causare al piccolo i danni che oggi porta su di sé.
Sono le 14 e 10 del 14 agosto del 2010 quando la signora B va in travaglio al termine di una gravidanza complicata dalla epatogestosi che la affligge e per la quale ha subito otto ricoveri. Dopo un paio d'ore di costante monitoraggio i medici si accorgono che qualcosa non va e, un'ora dopo eseguono un taglio cesareo che va a buon fine.
Il bambino però ha difficoltà respiratorie e viene trasferito nel giro di mezz'ora nel reparto di neonatologia dove dovrà essere intubato dalla dottoressa di turno.
Nel racconto del giudice quest'operazione non viene eseguita correttamente fino alle 22, cosa che avrebbe cagionato al bambino, in sofferenza sin dalle 11 della mattina, i gravi danni da cui è affetto.
Insomma, secondo gli inquirenti, i medici che hanno eseguito il cesareo avrebbero dovuto agire con maggiore tempestività e le due intubazioni subite dal bambino sono state tardive. La prima, avvenuta con 53 minuti di ritardo, sarebbe addirittura stata erronea in quanto i dotti che consentono la respirazione sarebbero stati immessi nel sistema digerente del piccolo.
È questa l'ipotesi che emerge dalle intercettazioni telefoniche. I referti che si occupano del caso, invece, stando a quanto riportato nell'ordinanza di custodia cautelare, sarebbero stati alterati per non far emergere le responsabilità dei medici coinvolti nell'operazione.