La nomina del nuovo procuratore di Bari ha agitato, e non poco, il plenum del Consiglio superiore della magistratura che ha dato dimostrazione, ancora una volta, di operare in maniera sparsa e confusa. La proposta di incaricare Roberto Rossi, che alla fine ha prevalso sul magistrato Rodolfo Maria Sabelli, di guidare il grande ufficio inquirente pugliese, dove attualmente è il procuratore aggiunto vicario, ha fatto riemergere il caso relativo al magistrato cosentino, Alberto Liguori, oggi procuratore capo di Terni ed ex presidente del tribunale di Sorveglianza di Catanzaro, nonché ex componente del Consiglio superiore della magistratura.

Liguori nelle chat di Palamara

Il togato, originario di San Demetrio Corone, era presente in una delle centinaia di chat trovate nel cellulare di Luca Palamara, a seguito dell’inchiesta della procura di Perugia, su un presunto caso di corruzione che vede l’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, a processo proprio dinanzi al tribunale collegiale umbro. Liguori, in quell’occasione, si interessò della nomina del nuovo presidente della sezione penale del tribunale di Cosenza, indicando i nomi che Palamara avrebbe dovuto portare in quinta commissione, sfavorendo (in buona sostanza) il giudice Salvatore Carpino, poi scelto dalla quinta commissione e bocciato successivamente dal Consiglio di Stato in favore dell’attuale presidente Carmen Ciarcia (posizione che rimane in bilico dopo i ricorsi presentati al Tar del Lazio dallo stesso Carpino, e dai giudici Letizia Benigno e Roberta Carotenuto).

La prima commissione, su questa vicenda, aveva proposto all’assemblea plenaria del Csm di archiviare la pratica di trasferimento per incompatibilità ambientale e/o funzionale, essendo Liguori lontano dal Distretto giudiziario di Catanzaro. Proposta che il plenum archiviò.

Liguori tra i candidati per la procura di Bari

Nell’esame di comparazione dei candidati, che si erano proposti per la procura di Bari, c’era anche Liguori, così come l’attuale procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, calabrese di Palmi, che aveva rinunciato in seguito al concorso, mentre il “Parlamento delle Toghe”, erroneamente, lo aveva escluso in quanto avrebbe presentato domanda di dimissioni. Cosa non vera e modificata oggi durante la seduta del plenum.

Il pasticcio è nato nel momento in cui la quinta commissione, motivando la proposta A, quella relativa a Roberto Rossi, ha dimenticato di inserire nella carriera di Liguori la pratica archiviata. Così, prima della votazione, il consigliere togato, Giuseppe Cascini, ha proposto due emendamenti affinché venisse integrata la delibera per dare, eventualmente, un giudizio completo alla giustizia amministrativa qualora uno dei candidati esclusi, verosimilmente lo stesso Liguori, avesse deciso di fare ricorso. Dopo l’intervento di Cascini, la consigliera Balduini e il consigliere Ciambellini avevano proposto il ritorno della pratica in quinta commissione per analizzare tutti i profili dei candidati, anche quello di Rossi che nel 2008 e nel 2009 aveva subito due procedimenti disciplinari, conclusisi con le rispettive assoluzioni. Nel primo caso, aveva ritardato ad iscrivere nel registro degli indagati un noto esponente politico locale, mentre l’anno successivo non aveva risposto in maniera tempestiva ad alcuni atti che provenivano dalla procura generale. Alla fine, Cascini ha ritirato gli emendamenti e la richiesta di ritorno in commissione è stata bocciata (6 favorevoli, 17 contrari e 2 astenuti), mentre la votazione su Rossi è finita così: 16 favorevoli, 5 astenuti e 4 voti per Sabelli.

«Diamo immagine confusa all'esterno»

La questione, nonostante il pronunciamento del plenum, rimane spinosa. Sono stati gli stessi consiglieri togati e laici del Csm a parlare di «immagine confusa che si dà all’esterno di questa pratica», mentre il professore Filippo Donati, membro tra le altre cose della sezione disciplinare, ha detto che «un marziano sarebbe abbastanza sorpreso da questa discussione che è ininfluente rispetto alla decisione finale». Ha avuto ragione lui, ma resta il fatto che anche questa nomina farà discutere nei mesi avvenire. E in questo caso riguarda direttamente un magistrato calabrese.

Trasferimento ordinario per Greco

Nella giornata di ieri, infine, la terza commissione del Consiglio superiore della magistratura, ha proposto il trasferimento ordinario del giudice Giuseppe Greco, attualmente in servizio presso l’ufficio gip/gup del tribunale di Cosenza, alla sezione di Sorveglianza del Palazzo di Giustizia cittadino. Ora la pratica, come da prassi, dovrà essere discussa in plenum.