«L’inchiesta “Cattiva strada” ha permesso di verificare come il bambino sia stato coinvolto in diverse attività illegali. Gli sono state spiegate anche le dinamiche criminali sottese al mondo del traffico degli stupefacenti e dei regolamenti di conti. Da un lato ciò attirava la sua attenzione e dall’altra lo vedeva anche usato in attività di osservazione in caso di controlli di polizia». A dirlo alla nostra testata è stato il procuratore reggino Giovanni Bombardieri a margine della conferenza stampa in cui sono stati illustrati i dettagli dell’operazione che oggi ha portato i Carabinieri ad arrestare 13 persone ritenute a vario titolo partecipi ad un’organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti e traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. «Siamo di fronte ad un episodio davvero inquietante - ha chiosato Bombardieri. È evidente che questo bambino, il quale non ha neanche dieci anni, cresciuto in un ambiente simile con un padre che lo coinvolgeva in queste attività illegali aveva poca libertà di scegliere come crescere». Non è un caso che il procuratore reggino abbia fatto riferimento all’espressione “libertà di scegliere”. Si è instaurata infatti, una sinergia istituzionale tra la Dda dello Stretto e il Tribunale dei Minorenni, presieduto da Roberto Di Bella, proprio per la vicenda del minore coinvolto. Da mesi infatti il procuratore Di Bella ha avviato il protocollo di allontanamento, e reinserimento nella società, di minori e donne cresciuti in ambienti criminali e anche in questo caso i due uffici sono intervenuti. Nei mesi precedenti il padre del bambino, Agostino Cambareri classe 1973, venne coinvolto in un’operazione antidroga e successivamente decise di imbarcarsi come marittimo “distaccandosi” dal nucleo familiare facendo venire meno, di fatto, il coinvolgimento del minore nelle attività malavitose. Tutt’ora la vicenda è oggetto di attenzione del Tribunale per i minorenni dello Stretto.

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