Sarà la Cassazione il prossimo 27 marzo a pronunciarsi sul divieto di dimora in Calabria dell'ex parlamentare Pino Galati. Il provvedimento fu adottato all'interno dell'inchiesta Quinta Bolgia. Tentato abuso d'ufficio l'accusa contestata a Galati. In un primo tempo l'ipotesi di reato era stata abuso d'ufficio ed era costata al politico i domiciliari.
In particolare, secondo l'accusa, l'ex parlamentare avrebbe fatto pressioni, insieme all'ex consigliere comunale Luigi Muraca, sull'allora direttore amministrativo dell'Asp catanzarese Giuseppe Pugliese, affinché questi affidasse il servizio di ambulanza alla ditta Putrino. Ditta che nelle carte dell'inchiesta viene indicata come vicina alla cosca Cannizzaro Daponte. Impedire al politico di rimettere piede in Calabria servirebbe, riporta uno stralcio del provvedimento pubblicato dal Quotidiano del Sud, per "spezzare il legalr dell'on.Galati con il territorio regionale e, in particolare, con quello Lametino dove lo stesso ha lansua roccaforte politica e si rivela più impermeabile a interferenze illecite provenienti da un soggetto che per venti anni ha mantenuto inalterata un'influenza nell'attività amministrativa della Regione Calabria".

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