AUDIO | Un presunto affiliato alla costola di Roma del clan Alvaro spiega a un amico l’influenza esercitata con la violenza dalla cosca, mentre il capo si compiace: «Noi siamo qua, guardate che siamo belli, nui ‘ndi facimu i cazzi nostri»
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«Vota e gira simu centu di noialtri in questa zona, nel Lazio. Noi siamo qua, guardate che siamo belli, noi abbiamo una propaggine da là sotto… gli Spada si fanno i cazzi loro e nui ‘ndi facimu i cazzi nostri». È fiero della posizione raggiunta nella Capitale Antonio Carzo, il presunto mammasantissima della prima locale autonoma scovata dagli inquirenti all’interno del territorio di Roma.
È lui a raccontare ad un sodale, durante una riunione intercettata dalle forze dell’ordine, come stanno le cose. L'audio dell'intercettazione è stata fatta ascoltare nella quarta puntata di Mammasantissima - Processo alla 'ndrangheta, andata in onda martedì scorso.
E che la cosca abbia guadagnato potere nel tempo viene fuori anche nell’’intercettazione di un presunto affiliato al clan, che spiega ad un amico l’influenza esercitata con la violenza dalla cosca. «Forse non hanno capito co chi stamo noi – dice un underdog romano riferendosi alla Locale guidata da Carzo e Alvaro – che famo come ce pare».
Un concetto che l’uomo sottolinea quando parla dello “zio” a cui rivolgersi quando sorgono problemi nella gestione degli affari: «Tocca andarci con lo zio ai piani alti… tocca piglià zio… accompagnaci un po’ al Car che ci stanno a rompere il cazzo… comanda tutto già, tutto comanda».