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Reggio Calabria - Dalla recente indagine della Direzione antimafia di Reggio Calabria denominata “ Ultima spiaggia” emergono nuovi particolari. Il potente clan dei Paviglianiti, operante nella zone di San Lorenzo e Bagaladi, avevrebbe instaurato intensi legami con Cosa nostra e in particolare con le famiglie egemoni di Palermo. “Le indagini esperite, focalizzando l'attenzione verso i sodalizi operanti lungo la fascia ionica reggina, dimostreranno come anche le inimicizie ed i rancori personali tra i vertici delle cosche cedono il passo davanti alla prospettiva di lauti guadagni: prova documentale di questo assunto è data dall'esame della corrispondenza che Paviglianiti Domenico, vertice dell'omonima cosca, in atto recluso presso la casa circondariale di Ascoli Piceno, invia e riceve da esponenti di primo piano del panorama criminale nazionale”.
Secondo gli inquirenti è Domenico Paviglianiti a gestire il tutto, infatti “Benché recluso, non ha perso il carisma che gli ha permesso di occupare i vertici della cosca”. Ed è sempre lui a mantenere i legami con le famiglie di “cosa nostra”. Numerose le lettere che Mimmo Paviglianiti invia alla famiglia Guttadauro, appartenente a Cosa Nostra: “In una delle sue lettere inviate a Guttadauro Giuseppe, esponente di spicco di cosa nostra, scrive che i suoi familiari, ed in particolare suo cognato, domandano se siano in contatto tra loro (“I miei mi chiedono sempre, mio cognato mi chiede sempre ma, con il “dottore” ti scrivi? È convinto che siete stato il mio pigmalione: forse è l’unica che ha azzeccato)». L’indagine denominata Ultima Spiaggia ha evidenziato una intensa collaborazione tra la ‘ndrina predominate nel reggino e la Mafia siciliana.
“In nome dei principi di unita e cooperazione tra i sodalizi criminali, anche la cosca Paviglianiti stringe legami con esponenti di primo piano del panorama criminale nazionale: tale assunto e di fondamentale importanza in quanto pone in risalto la considerazione ed il rispetto di cui godono gli esponenti della cosca in argomento”.
“I Morabito - continuano gli inquirenti - hanno mantenuto costanti e frequenti contatti con il referente della cosca Paviglianiti. Le modalità operative del sodalizio di stanza in Africo e dal quale gli esponenti della cosca Paviglianiti sono risultati approvvigionarsi, sono divenute oggetto di un capitolo della presente richiesta che ha fatto piena luce su un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti e che vanta collegamenti con esponenti della criminalità siciliana”. I contatti frequenti tra le due associazioni criminali sono state più volte seguite dagli inquirenti “verosimilmente per trattare una fornitura di sostanza stupefacente: gli accorgimenti ed il timore per eventuali controlli di polizia alimenta il sospetto che la trasferta in terra siciliana sia riconducibile alla gestione dei traffici illeciti”.