La prima commissione del Csm chiede di archiviare la pratica amministrativa nei confronti dei due giudici. Chiarite le vicende sui rapporti tra il pm campano e Carmine Potestio
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Volge alla conclusione il procedimento amministrativo aperto dalla prima commissione del Consiglio Superiore della Magistratura, nei confronti dei magistrati Marisa Manzini, attuale sostituto procuratore generale di Catanzaro, e Giuseppe Cozzolino, pubblico ministero in servizio presso la procura di Cosenza. Come si ricorderà, la vicenda era giunta in Plenum il 13 aprile scorso, allorquando la maggioranza dei consiglieri di Palazzo dei Marescialli, aveva deciso di far ritornare la pratica in commissione, in quanto c’erano alcuni aspetti da chiarire, mediante un’ulteriore attività istruttoria, svolta il 6 giugno scorso nel tribunale di Cosenza.
La prima commissione infatti lavorava per verificare la sussistenza dei requisiti del trasferimento per incompatibilità ambientale e/o funzionale dei due togati che, alla luce delle “indagini” effettuate dai consiglieri del Csm, non vi sono motivi per spostare di ufficio il magistrato Cozzolino, per una serie di ragioni che da qui a breve illustreremo.
La prima, senza dubbio, è quella che la dottoressa Manzini è stata trasferita tempo fa, a sua domanda, alla procura generale di Catanzaro. E in questo caso è venuto meno il presunto rapporto d’incompatibilità tra i due, avvalorato dal fatto che i magistrati sentiti dalla prima commissione, hanno dichiarato che in procura si lavora in un clima sereno. Inoltre, i membri del Csm hanno nuovamente evidenziato il mancato requisito dell’attualità rispetto ai fatti “contestati”, che risalgono invece al periodo 2015-2017. Ma anche in questo documento ufficiale ci sono dei passaggi da rimarcare, facilmente individuabili nelle due richieste di archiviazione proposte al Plenum.
È stato lo stesso magistrato Giuseppe Cozzolino a contribuire a una maggiore comprensione delle vicende riportate nelle delibere, con due note fatte pervenire a Palazzo dei Marescialli il 13 aprile 2022 e l’altra nel mese di giugno. Così il Csm ha mantenuto solo la parte che sarebbe stato Cozzolino a chiedere favori all’ex capo di Gabinetto del comune di Cosenza, Carmine Potestio, ma non che quest’ultimo avesse fatto lo stesso con lui. L’altra circostanza, collegata a quella appena esposta, è che i presunti favori sarebbero stati chiesti quando Potestio era indagato nell’inchiesta “appalti spezzatino”. Evento non vero, visto che in quel momento l’ex braccio destro dell’allora sindaco Mario Occhiuto, non era nel mirino della procura di Cosenza - parliamo del 2015 - ma lo sarebbe stato solo dal 2016 in poi. Ciò emerge dalla produzione documentale inviata dallo stesso Cozzolino al Csm, con la certificazione dell’iscrizione del 17 febbraio 2016, quale data in cui la procura di Cosenza iniziò a investigare contro Carmine Potestio (posizione poi archiviata).
Infine, la prima commissione si è resa conto, in ritardo, che da ottobre 2021 il sindaco di Cosenza non è più Mario Occhiuto, bensì Franz Caruso. Un errore che poteva essere evitato: bastava fare una ricerca su internet. Senza dimenticare la presenza in Plenum di consiglieri calabresi, presumibilmente informati del cambio al vertice di Palazzo dei Bruzi.
In definitiva, la prima commissione ha chiesto al Plenum di archiviare la pratica per Marisa Manzini e Giuseppe Cozzolino, ordinando comunque la trasmissione degli atti ai titolari dell’azione disciplinare. Ma come evidenziato in altri servizi, sul punto la procura generale aveva già provveduto a non esercitare quanto in suo potere, per insussistenza delle incolpazioni mosse a Cozzolino. L’assemblea plenaria prenderà una decisione definitiva il prossimo 20 luglio.