Sono giunti nella serata di ieri al porto di Vibo Marina i 122 migranti soccorsi dall’ong Sea-Eye 4 nell’ambito di quattro diverse operazioni. Un altro gruppo, composto da circa 56 persone, era stato invece recuperato e messo in salvo dalla Sea-Eye 5. I profughi approdati nello scalo calabrese, dopo le operazioni di identificazione e i controlli medici di routine, sono stati trasferiti all’Hub di Porto Salvo in attesa di destinazione.

La polemica sul luogo dello sbarco

L’approdo nello scalo di Vibo Marina era stato deciso dalle autorità italiane. Distava circa 460 chilometri dal luogo in cui si trova la nave. Proprio questa circostanza aveva fatto sollevare polemiche da parte dei soccorritori. Inizialmente, secondo la ricostruzione fornita dal quotidiano Il Giornale, infatti, il Viminale aveva dato via libera allo sbarco nel porto di Pozzallo, considerata la vicinanza e i tempi di arrivo, circa dieci ore rispetto alle trenta previste per raggiungere la costa calabra.

Il messaggio della Sea-Eye

Al termine dell’operazione, l’organizzazione di soccorso civile Sea eye ha diramato sui social un messaggio di vicinanza ai migranti: «Siamo sollevati che tutte le 122 persone salvate dalla Sea-eye 4 siano sopravvissute alla fuga e siano riuscite a sbarcare nel sud Italia la scorsa notte. Due di loro dovevano essere ricoverate. Auguriamo loro una pronta guarigione e tanta forza. Tutti i sopravvissuti hanno sopportato sfide inimmaginabili». E ancora: «Giorno per giorno è chiaro come l'Europa criminalizzi la fuga e continui a mettere a rischio vite umane con la sua politica. La fuga è un diritto umano. Eppure i profughi sono ancora oppressi, discriminati e privati della loro dignità. La nostra solidarietà va a tutte le persone in fuga».