Quattro arresti per omicidio e tentato omicidio in uno scontro interno alla 'ndrina dei Mancuso, nel vibonese. La Polizia di Stato di Vibo Valentia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei presunti responsabili dell'agguato del luglio 2003 a Spilinga in cui fu ucciso Raffaele Fiamingo detto "il vichingo" e fu ferito Francesco Mancuso. Si tratta di due elementi di vertice della ‘ndrangheta vibonese.

 

Quasi 50 gli uomini impegnati negli arresti e perquisizioni a Vibo Valentia, Milano e Prato. Le attività d’indagine, eseguite dai poliziotti delle Squadre Mobili di Vibo Valentia e Catanzaro, coordinate dal Servizio Centrale Operativo e supportate anche da dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia, hanno permesso di accertare che l’omicidio era maturato per contrasti insorti nella gestione delle attività criminali tra i componenti della famiglia Mancuso - in particolare la fazione capeggiata da Ciccio Mancuso, alias Tabacco, e quella guidata da Cosmo Mancuso, alias Michele. I dettagli dell’operazione sono forniti nel corso della conferenza stampa nella Questura di Vibo Valentia alla presenza del procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri.

L’operazione Errore fatale

É stato eseguito a Milano uno dei quattro arresti della Polizia di Stato di Vibo Valentia e dello Sco nell'ambito dell'operazione "Errore fatale" contro la cosca Mancuso della 'ndrangheta.  Gli altri arresti sono stati eseguiti, secondo quanto si è appreso, in due centri del Vibonese, Tropea e Zungri, ed hanno riguardato esponenti di vertice della cosca Mancuso.

 

Gli indagati

A finire in manette Domenico Polito, di 55 anni,  di Paradisoni di Briatico ma residente a Tropea, considerato il "braccio armato" della cosca Mancuso. Polito, secondo gli inquirenti, é al vertice della cosca La Rosa della 'ndrangheta, alleata con i Mancuso. L’uomo  ha precedenti per associazione mafiosa, usura, estorsione e favoreggiamento. Arrestato anche Antonio Prenesti, detto "Yò Yò", di Nicotera, già condannato nel processo "Dinasty". Tra le persone coinvolte infine Cosmo Mancuso, di 70 anni, considerato il capo del gruppo criminale. Mancuso é detenuto nel carcere di Prato. E Giuseppe Accorinti, di 60 anni, presunto affiliato alla 'ndrangheta che il 5 agosto dello scorso anno, a Zungri, tentò di infilarsi tra i portatori della statua della "Madonna della Neve".