«Qualche anno fa la Regione Calabria approvò una legge su “Accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati e sviluppo sociale, economico e culturale delle Comunità locali”. Era la legge regionale numero 18 del 12 giugno 2009. La Calabria, già all’epoca, aveva preso posizione, con la Giunta Loiero, contro l’espulsione incondizionata degli extracomunitari che approdano sulle nostre coste». Così il consigliere regionale del Partito democratico Carlo Guccione.
«Ecco, proprio questa norma – prosegue l’onorevole -, oggi potrebbe servire a sostenere il modello Riace e il sistema dell’accoglienza calabrese. Si metta, dunque, mano alla legge, se è necessario si apportino le dovute modifiche e si proceda in maniera spedita».


Secondo il consigliere «è stata importante la risposta di migliaia e migliaia di cittadini giunti a Riace per manifestare solidarietà e indignazione per quanto accaduto a Riace e al sindaco Domenico Lucano, ma adesso tutto ciò non basta. È necessario che si faccia una scelta politica e si passi dalle buone intenzioni ai fatti concreti per evitare che venga definitivamente spazzato via un modello apprezzato in tutto il mondo, ma che ha dato fastidio a qualcuno. Soltanto finanziando questa legge regionale e prendendo una posizione netta contro i piano di Salvini, della Lega e del M5S sulle politiche dell’immigrazione possiamo sperare che non venga distrutto ciò che è stato definito come l’utopia della normalità, dell’accoglienza e dell’inclusione».


Guccione ha anche ricordato che «la Regione Calabria è stata la prima regione italiana a dotarsi di una legge di promozione dell'accoglienza e dell'inserimento dei rifugiati sul territorio coniugandolo allo sviluppo socio-economico delle comunità locali. Venne votata all’unanimità e ottenne anche il plauso dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite. Il finanziamento mirava a sostenere “la gestione di interventi di accoglienza e di orientamento legale e sociale degli stranieri accolti nelle comunità locali; l’avvio di programmi di supporto all’inserimento lavorativo, anche tramite la creazione di nuove attività economiche imprenditoriali che coinvolgano direttamente sia i beneficiari dei programmi di accoglienza che la popolazione autoctona; la realizzazione di programmi e produzioni culturali; la riqualificazione e adeguamento delle strutture abitative destinate all’ospitalità”. Questa legge aveva l’obiettivo di tradurre sul piano normativo il sistema di accoglienza sviluppatosi a Riace e in altri piccoli centri della Locride per poi promuoverlo su tutto il territorio calabrese. È arrivato ora il momento di mettere mano a questa legge sull’accoglienza, finanziarla e dare così una risposta a chi oggi vuole smantellare il modello Riace. E non solo» ha concluso.