A rassicurare ci pensa il direttore sanitario Luigi Mandia che precisa: «Il nuovo bando non basterà ma pensiamo a una soluzione di lungo periodo» (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Ci stiamo lavorando. Siamo in stretto contatto con i sindaci per trovare un rimedio di breve e lungo periodo». Così il direttore sanitario dell’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, Luigi Mandia, intende rassicurare dopo la dura presa di posizione di alcuni primi cittadini dell’alto Ionio catanzarese che hanno lamentato la chiusura delle postazioni di continuità assistenziale.
Sempre meno medici
Sentito da LaC News 24 il manager ha chiarito che si tratta di un problema purtroppo generalizzato e che in Calabria assume connotati ancor più complessi. La carenza di camici bianchi da destinare ai servizi di guardia medica colpisce, infatti, non solo i territori periferici ma anche i centri urbani come evidenziato nei giorni scorsi anche dal segretario della Fimmg di Catanzaro, Gennaro De Nardo.
A giorni il bando per nuove assunzioni
«Stiamo seguendo attentamente la vicenda – prosegue il direttore sanitario – e siamo d’accordo con i sindaci che giustamente chiedono che sia garantita l’assistenza. In ragione di ciò, a giorni sarà pubblicato un nuovo bando per reclutare medici da destinare alla copertura del servizio di continuità assistenziale». Nell’alto Ionio catanzarese ma anche nel capoluogo spesso si è costretti spesso a chiudere le guardie mediche notturne. A Marcedusa addirittura il servizio non è garantito da oltre quattro mesi.
No ad altre indennità
«Il nuovo bando non prevede incentivi o ulteriori indennità per favorire la partecipazione – precisa però il manager -. Noi non abbiamo la possibilità di redigere contratti ad personam ma solo di attenerci nell’alveo delle disposizioni vigenti in materia. Posso però dire che la Regione segue da vicino la vicenda».
Soluzione di lungo periodo
Il manager aggiunge poi che: «l’immissione in servizio di nuovi medici attraverso il bando di imminente pubblicazione certamente non servirà a risolvere il problema. Con il tempo la riserva di professionisti andrà progressivamente erodendosi per via dei pensionamenti e dei trasferimenti». Così allo studio vi sarebbero soluzioni di più ampio respiro: «Stiamo pensando – conferma il direttore sanitario – ad un progetto di lungo periodo che garantisca una equa redistribuzione di funzioni e medici sul territorio».