Dopo l'arresto del 30 luglio scorso, Rocchetti era detenuto cautelativamente in regime di arresti domiciliari dall'agosto scorso
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Il sindaco di Guardia Piemontese Vincenzo Rocchetti è tornato in libertà. Era detenuto in regime di arresti domiciliari, a scopo cautelativo,dopo che un'inchiesta della Procura di Paola del luglio scorso aveva fatto scattare le manette per lui e un altro soggetto, il capo dell'ufficio tecnico comunale, indagati a vario titolo per peculato, falso ideologico e materiale ed abuso d'ufficio.
Ad agosto il tribunale del Riesame di Catanzaro aveva accolto parzialmente le richieste avanzate dai legali, concedendo la misura cautelare meno afflittiva dopo più di dieci giorni trascorsi in carcere.
La vicenda
In esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip della cittadina tirrenica, Rosamaria Mesiti, su richiesta del Procuratore della Repubblica, Pierpaolo Bruni, all'alba del 30 luglio scorso i militari dell'Arma della Compagnia di Paola avevano arrestato il sindaco Rocchetti e il capo dell'ufficio tecnico comunale, l’ingegnere Giuseppe Caruso. Le accuse sarebbero scaturite dalla presunta gestione scellerata per l'assegnazione di un alloggio popolare. Curiosa, inoltre, è la contestazione dei magistrati riguardante una delibera con la quale il primo cittadino avrebbe fatto bonificare con soldi pubblici alcuni locali comunali perché al loro interno sarebbe state individuate numerose cimici, i dispositivi grazie ai quali è possibile registrare le intercettazioni ambientali.
Quattro indagati
A finire sotto la lente di ingrandimento del procuratore capo Pierpaolo Bruni, sono in tutto quattro persone, di cui una è beneficiaria della casa popolare. E' stato reso noto all'atto della notifica di conclusioni indagini, datato settembre 2018.
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