Il procuratore di Catanzaro ospite di un convegno a Gemona: «I giovani hanno bisogno di esempi positivi più che di parole»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, icona della lotta alla 'ndrangheta vorrebbe che il governo ponesse mano a una revisione complessiva del sistema "penale, processuale e detentivo" e quasi a costo zero si potrebbe cominciare con «l'informatizzazione del processo, che riduce i tempi» e quindi può evitare le prescrizioni. E' stato lui stesso a raccontare questo suo "sogno" intervenendo al "Laboratorio internazionale" di Gemona dove ha incontrato i giovani studiosi di italianistica provenienti da 20 Paesi insieme alla direttrice del Lab, Emanuela De Marchi, all'assessore alla Cultura del Comune di Gemona Flavia Virilli e all'eurodeputata Isabella De Monte. «Parlare ai giovani è quanto più di utile, costruttivo e serio si possa fare, perchè sono attenti, curiosi, hanno voglia di sapere e di capire», ha premesso Gratteri. «Occorre educare con coerenza e noi adulti invece siamo bravi predicatori ma non siamo coerenti. Dobbiamo sforzarci - ha esortato - di dare esempi, perchè i ragazzi hanno bisogno di esempi positivi più che di parole». E tra gli esempi da indicare, ha messo in risalto "il volontariato", un anticorpo alla diffusione della cultura dell'illegalità. «L'Italia si regge sul volontariato, ci sono migliaia di persone perbene che hanno il senso dello Stato, darei molta piu' attenzione a loro», ha affermato Gratteri ricordando che il contrasto alla criminalità si fa anzitutto «con un sistema piu' efficiente, che renda non conveniente delinquere».
Reduce dalla scrittura dell'ultimo libro con Antonio Nicasio "Fiumi d'oro", in cui ha analizzato oltre 25 mila documenti per capire come la 'ndrangheta ricicla i 50 miliardi l'anno provenienti dalla vendita di cocaina, Gratteri al pubblico di Gemona ha spiegato «non mi sento di dire che ci sono territori immuni dalle mafie, perchè nei territori dove tradizionalmente non ci sono le mafie, le organizzazioni criminali vendono cocaina e con quei soldi comprano tutto ciò che è in vendita». Oggi le mafie «sono ben inserite nel mondo della ristorazione, della grande distribuzione e anche nel mondo dell'agricoltura, per poter fare truffe alle Regione e alle Unione europea».