VIDEO | Il magistrato che si appresta a guidare gli uffici giudiziari del capoluogo partenopeo ha salutato colleghi e cittadini nel corso di una cerimonia: «Adesso il centro storico di Catanzaro è pieno di pm e giudici, abbiamo creato anche un indotto economico». E sul suo lavoro in terra calabra: «Conosco bene i poteri forti e la massoneria deviata. So cosa sono gli sgambetti» (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Lascio questo monumento che abbiamo costruito in pochi anni. Io ho avuto la determinazione e la forza e in pochissimo tempo abbiamo realizzato questa bellissima opera». Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, durante la cerimonia di saluto che si è tenuta questo pomeriggio in Procura. Il magistrato originario di Gerace è diretto in Campania e si insedierà a Napoli, presso l’ufficio inquirente più grande d’Italia. Gratteri lascia la Calabria dopo oltre trent’anni di servizio.
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Il procuratore ha voluto ricordare il lavoro portato avanti: «Abbiamo cercato di riempire di contenuti perché siamo riusciti ad aumentare la pianta organica di almeno 13 pm, 26 giudici con relative segreterie. Abbiamo creato un indotto, il centro storico di Catanzaro è pieno di magistrati».
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Intervistato dai giornalisti ha parlato anche del suo imminente insediamento a Napoli: «Tra le tante cose belle mi porto l'idea che i calabresi hanno un po' più fiducia nelle loro forze ed energie. Abbiamo dato un po' di speranza. Non vedo la gente totalmente rassegnata come lo era sette anni fa. Adesso ci sono pezzi della società che iniziano a credere. Fino ad avantieri sera qui era pieno di gente che veniva a denunciare ed era preoccupata per la mia partenza. Ed io non faccio altro che tranquillizzarli perché ormai questi giovani magistrati con a capo il mio vicario, Vincenzo Capomolla, sapranno tenere la barra dritta. Soprattutto nelle indagini già iniziate, il solco è tracciato».
Gratteri: «Conosco bene i poteri forti e la massoneria deviata»
Ripercorrendo poi gli anni trascorsi alla guida della Procura di Catanzaro Nicola Gratteri ha dichiarato: «Chi mi conosce sa che io ho sempre lavorato con il codice in mano. Non ho mai guardato in faccia le persone per capire cosa fare o meno. Conosco bene i poteri forti e la massoneria deviata. So cosa sono gli sgambetti, io per tanti anni ho mangiato pane e veleno. So perfettamente dove cercano, dove hanno cercato e dove cercheranno di dare botte, io in questi anni ho avuto spalle larghe e nervi d'acciaio. Non ho mai fatto falli di reazione, sono stato provocato tantissime volte e anche in modo rozzo e scomposto. Non ho perso la pazienza, ho sorriso e ho pensato "poveretti"».
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Il magistrato ha aggiunto: «La cosa che più mi dispiace è dover interrompere questo viaggio, questo percorso, perché penso che altri cinque anni qui avremmo fatto cose ancora più significative e importanti. Ma sono sicuro che i miei colleghi continueranno a fare e a lavorare». Il magistrato che si appresta a prendere la guida della procura di Napoli ha poi descritto il saluto con gli altri procuratori: «Cercavo di consolarli, di sdrammatizzare. Quando si fanno di questi incontri non bisogna mai pensare a quello che hai fatto e che non lo farai più»
Lo scontro con gli avvocati di Catanzaro
In relazione al recente scontro con gli avvocati di Catanzaro, poi Gratteri ha aggiunto: «Alcuni di questi sono venuti in privato a chiedere scusa e io ho detto: “Io sono un personaggio pubblico, lei è un personaggio pubblico. Non è una cosa tra privati. Bisogna anche avere il coraggio di dire: ho sbagliato”.
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E ancora: «C'è bisogno di rapporti veri con chiunque, guardarsi negli occhi e dire sempre quello che si pensa perché ho messo sempre tutti nelle condizioni di dire quello che pensano. Non ho mai chiuso la porta a nessuno, ho parlato con la gente più umile del mondo, con indagati, con imputati, anche con persone che sapevo avere il trojan addosso. Mi sono confrontato con tutti, se qualcuno è stato scomposto o continua a narrare un Gratteri che non esiste, è un problema suo, non mio. Io sono vittima di questi linciaggi mediatici, il sono tranquillo. Ho continuato a fare quello che stavo facendo, non è che dopo aver letto certe cose false ho cambiato atteggiamento, direzione o balbettavo. Anzi stavo più concentrato».
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Verso Napoli
Gratteri ha poi chiarito l'approccio che avrà alla guida della Procura di Napoli: «Bisogna ascoltare, far parlare tutti e poi il mio compito è quello di fare la sintesi. E poi fare il decisionista come sempre. Sono già stato più volte a Napoli, l'impressione è di una struttura complessa, di magistrati anziani, preparati. Quindi io ripeto continuerò ad ascoltare però dovrò arrivare alla sintesi, a dare i miei indirizzi altrimenti non avrebbe senso la mia presenza a Napoli».