Il magistrato calabrese ospite di Lilli Gruber a La7 lancia nuovi strali contro la riforma Nordio e critica chi si schiera con i potenti di turno («nella vita conta avere la schiena dritta»). Picconate su Trump e sulla liberazione di Almasri: «C’è stata un’omissione del ministro della Giustizia»
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Il gesto più eclatante, tra tutte le proteste messe in campo nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, lo ha fatto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri. Il magistrato di Gerace, mentre il ministro della Giustizia Carlo Nordio si trovava a Napoli, è rimasto nel suo ufficio, non ha partecipato all’inaugurazione.
«Abbiamo subito tanta arroganza – ha detto intervistato da Lilli Gruber nel corso della trasmissione Otto e Mezzo – non era nelle mie corde stare lì impassibile».
«La riforma non serve a nulla»
Tema caldo di questi giorni è la riforma della Giustizia che contempla, tra le altre cose, la separazione delle carriere tra funzioni requirenti e giudicanti. Una riforma che sta arrivando allo scontro tra magistratura e governo.
«Vorrei ringraziare il ministro Nordio perché ha fatto una cosa mai riuscita a nessuno – ha detto ironicamente l’ex procuratore di Catanzaro –. Con i suoi comportamenti ha compattato tutte le correnti della magistratura. Non succedeva dai tempi delle stragi di Capaci e via D’Amelio».
Secondo Gratteri la riforma «non serve a nulla» anche «perché la separazione delle carriere di fatto già esiste. Ogni anno lo 0,2% magistrati chiede di cambiare funzione. Si vuole riformare la Costituzione per lo 0,2%? Tra l’altro chi vuole cambiare funzione (passare da pm a giudice per esempio, ndr) deve cambiare regione. Dove sta la commistione?».
«Si vuole mettere il pm sotto l’esecutivo»
La giornalista ha chiesto perché anche Giorgia Meloni abbia così tanto a cuore questa riforma. «Io penso che alla Meloni non l’abbiano spiegata questa cosa – ha risposto Gratteri – perché la Meloni è una persona intelligente e, soprattutto, furba, non può non capire che il problema è un altro. Tutta questa ossessione per la separazione delle carriere è sospetta, sottende alla volontà di mettere il pubblico ministero sotto l’esecutivo, renderlo un perfetto burocrate. Perché quando passa sotto l’esecutivo, ogni hanno il ministro dà le direttive. Per esempio dice: “Quest’anno l’emergenza sono le truffe online. E quindi prima fate le truffe online, poi, se vi resta tempo, fate il resto”».
«La politica non sa di cosa abbiamo bisogno»
«Ma noi – continua il procuratore – abbiamo bisogno di riforme sensate. Anziché chiudere i tribunali piccoli, ora vogliono chiuder un tribunale a Bassano del Grappa. Vogliono aprire altri tribunali. Ma con quali soldi, con quali magistrati se ancora mancano 1.800 magistrati nella pianta organica. Tutto questo servirà solo a paralizzare la giustizia».
Il succo del discorso è che «la politica non sa di cosa abbiamo bisogno». Un esempio è il software App2 che è stato fatto partire in fretta e in furia a dicembre, «non hanno fatto nemmeno i corsi ai cancellieri». «Il sistema informatico – insiste Gratteri – è fatto male. Non hanno nemmeno affiancato un laureato in legge all’ingegnere informatico che lo stava elaborando. Io sto vedendo riforme che non servono e rallentano il sistema giudiziario».
Il caso Almasri e le responsabilità di Nordio
E per quanto riguarda la questione Almasri, il torturatore libico che l’Italia ha rimandato a casa con un volo privato, Nicola Gratteri punta il dito contro Nordio. «Questo signore ha girato per giorni in Europa. È stato fermato, controllato e nessuno lo ha arrestato». La patata bollente è poi stata passata all’Italia. «Quindi fa bene Meloni – dice il magistrato – a chiedere spiegazioni sul perché nei giorni precedenti nessuno avesse fatto nulla. Però nel momento in cui è arrivato in Italia c’è stata un’omissione del ministro della Giustizia perché la Corte penale internazionale parla direttamente col ministero della Giustizia, non con il magistrato. Poi il ministro parla con i magistrati italiani. Per maggiori precisazioni vediamo cosa dirà il Ministro in Parlamento. Però è chiaro che deve essere il ministro ad esercitare l’azione».
«Non abbiamo bisogno dell’arroganza di Trump»
Riguardo alla politica estera di Trump, Nicola Gratteri si è detto contrario al suo modo di condurre i giochi in Europa. «L’Italia ha tradizioni, padri, filosofi, letterati, giuristi, è stata culla di cultura per l'antica Europa. Oggi l’Europa è debole e Trump, Putin e Xi possono fare la voce grossa e purtroppo non si è arrivati a fare un'Europa federale. Trump sta trattando con i singoli Paesi per accordi bilaterali. Non abbiamo bisogno dell'arroganza di Trump, c'è bisogno di sederci attorno a un tavolo per discutere un piano giudiziario per rendere l'Europa più libera e meno violenta», ha detto Gratteri che si è dichiarato assolutamente antifascista. «Sono sempre stato all’opposizione», al contrario di coloro che hanno sempre cercato di abbinarsi col colore politico del governo di turno.
«Nella vita – ha affermato Gratteri – è necessario avere schiena dritta e decoro. Siate liberi, costruite una vita senza pagare cambiali».