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Davanti ad una folta platea, nella calda serata estiva calabrese a Capo Vaticano, nel giardino che fu di Giuseppe Berto e oggi curato dalla figlia Antonia, Nicola Gratteri stimolato da Paolo Mieli affronta temi a tutto tondo.
A Catanzaro vuole usare una caserma abbandonata per una procura che abbia spazio; attende giovani magistrati per sviluppare il proprio lavoro. Allo stesso tempo si arriva al tema delle droghe. Gratteri, grande esperto, racconta le nuove modalità di introduzione delle droghe pesanti e avvia una discussione con Mieli sulle “droghe leggere” da lui non reputate tali.
“La corteccia cerebrale viene comunque lesa anche dalla cannabis”. Secondo il procuratore di Catanzaro la gestione delle droghe da parte dei governi europei non solo è sbagliata ma anche fuorviante. E la liberalizzazione è e sarebbe errata e non favorirebbe, secondo lui, alcuna diminuzione del consumo. Botta e risposta, poi, sul libro 000 di Roberto Saviano che non sembra aver avuto un appoggio documentale così determinante da parte di Gratteri come pubblicamente noto nella stesura del volume.
Si è poi parlato di Sud, specificatamente della Calabria, della quale ci si chiede continuamente in “che maniera uscire dall’empasse di questa Regione”. Secondo Gratteri Mafia, Camorra e Ndrangheta cambiano pelle. Sebbene il fenomeno della Ndrangheta sia stato ampiamente sottovalutato sin dagli anni ’80 lasciando spazio alla sua crescita e potenziamento. Corroborata dalla massoneria deviata.
La serata trascorre per due ore toccando punti cari a Gratteri e Mieli e stimolando una platea attenta e interessatissima.