Per motivi diversi entrambi potrebbero presto lasciare i rispettivi uffici, aprendo un valzer di nomine che cambierà la geografia degli uffici giudiziari della regione. Mentre in riva allo Stretto rimane aperta anche la questione della nomina dei procuratori aggiunti (ASCOLTA L'AUDIO)
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Il risiko delle Procure potrebbe presto ridisegnare, come raramente accaduto prima, la geografia degli uffici giudiziari calabresi. Alcuni dei più importanti tasselli, che hanno scritto la storia delle inchieste più recenti in terra calabra, sarebbero in procinto di lasciare i loro uffici, sebbene per ragioni in parte diverse.
I nomi di maggiore rilievo sono senza dubbio quelli del procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, e di quello reggino Giovanni Bombardieri.
Gratteri procuratore di Napoli?
Dopo anni in cui si vocifera di un possibile addio di Gratteri al vertice dell’ufficio requirente catanzarese, adesso sembra che le cose possano davvero evolversi in tal senso. Gratteri, infatti, sa che la sua nomina a procuratore capo di Catanzaro andrà in scadenza nella primavera del 2024. Come lui stesso disse qualche tempo fa (era il 2021), «vorrei rimanere in Calabria, ma so che entro 3 anni devo trovarmi un’altra collocazione perché più di otto anni non si può stare nella stessa Procura». E quei tre anni stanno scorrendo via a grande velocità. Mese dopo mese, inchiesta dopo inchiesta, il tempo di Gratteri a Catanzaro è ormai prossimo alla scadenza. Almeno nelle vesti di procuratore capo. E allora ecco la carta Napoli.
Non è un mistero che, già nel recente passato, il magistrato sia stato in procinto di lasciare la Procura catanzarese, avendo avanzato la propria candidatura alla guida della Direzione nazionale antimafia, incarico per il quale il Csm ha preferito Giovanni Melillo, ex procuratore capo di Napoli. E come in un gioco di caselle tutta da incastrare, dal momento in cui lo stesso Melillo ha lasciato la procura partenopea, quel posto è rimasto vuoto, seppur retto magistralmente da Rosa Volpe, pubblico ministero di elevata esperienza.
Non sarebbe utopistico, allora, immaginare che, proprio da quella delusione cocente che fu la mancata nomina a capo della Dna, possa nascere la nuova strada professionale che percorrerà Gratteri. Attualmente sono cinque i nomi in corsa per la Procura napoletana. Tre, però, sono quelli più accreditati per la rosa finale: Nicola Gratteri, appunto, il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato, e la stessa Rosa Volpe. Da non sottovalutare, tuttavia, i due possibili “outsider” come Francesco Curcio, procuratore capo di Potenza, e Aldo Policastro, a capo dell’ufficio requirente beneventano.
Bombardieri via da Reggio Calabria?
Dal Pollino allo Stretto, la situazione sembra non cambiare di molto. Seppur per ragioni differenti, anche Giovanni Bombardieri potrebbe essere presto costretto a dover lasciare il sesto piano del Cedir. La pronuncia di ottemperanza del Consiglio di Stato di qualche giorno fa, che ha chiaramente indicato al Csm la necessità di adeguarsi all’annullamento della nomina a Procuratore capo di Reggio Calabria, dovrà trovare compimento entro trenta giorni.
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Rimarrebbe ancora una strada da percorrere, ma è molto stretta e tortuosa: impugnare la sentenza del Consiglio di Stato davanti alle Sezioni unite civili della Cassazione, il cui perimetro non può però andare oltre i soli “motivi inerenti alla giurisdizione”. In più occasioni la stessa Cassazione, però, ha chiarito come tali motivi siano da intendersi in senso restrittivo, escludendo ogni sindacato sul modo di esercizio della funzione giurisdizionale. La palla, con tutta probabilità, passerà adesso nuovamente al Csm che dovrà effettuare un nuovo giudizio di comparazione, tenendo conto dei paletti fissati dalla decisione del Consiglio di Stato in accoglimento del ricorso dell’attuale sostituto procuratore generale della Cassazione, Raffaele Seccia.
Bombardieri, dunque, potrebbe essere costretto a lasciare presto la guida dell’ufficio reggino.
Alla luce di ciò, non sorprende che il magistrato abbia presentato domanda per andare ad occupare la poltrona di procuratore capo di Torino. Come confermato anche da recenti analisi di cronisti ben radicati sul territorio piemontese, Bombardieri è tra i magistrati più “forti” tra coloro i quali, da “esterni” hanno presentato domanda. A far compagnia a Bombardieri vi sono anche il procuratore di Bologna, Amato, quello di Cuneo, Onelio Dodero, senza dimenticare l’aggiunto di Palermo, Paolo Guido, ossia colui che ha catturato il boss Matteo Messina Denaro.
Una partita tutt’altro che agevole, dunque, per l’attuale capo della procura reggina che, però, ha dimostrato nei suoi anni di lavoro al Cedir di avere tutte le carte in regola (per capacità, serietà, equilibrio) per poter fare bene anche in una procura complessa come quella piemontese.
La corsa alla Procura Catanzaro e l’incognita Reggio Calabria
Così messi i tasselli, dunque, se il Csm dovesse decidere, nel nuovo giudizio di comparazione, di nominare Seccia, la procura reggina si troverebbe di colpo con un nuovo capo dell’ufficio requirente. Viceversa, bisognerà attendere per capire l’evolversi degli eventi.
Quanto a Catanzaro, non è un mistero che presto partirà la corsa alla nomina del nuovo procuratore, ben prima che Gratteri possa lasciare materialmente l’incarico. Sarà una sfida complessa, dove i candidati saranno molti ed anche autorevoli. Troppo presto per fare ipotesi, ma con la certezza che, dopo la stagione ricca di risultati del procuratore originario di Gerace, in tanti aspireranno a guidare un ufficio che si pone come grimaldello fondamentale nella lotta alla ‘Ndrangheta ed ai colletti bianchi.
Al Cedir si attendono gli aggiunti
In tutto ciò, non può rimanere silente la questione che concerne gli aggiunti a Reggio Calabria. Dopo un lungo periodo nel quale l’unico rimasto è il procuratore Giuseppe Lombardo (alle prese con l’intera provincia, nonostante un peso non indifferente come ‘Ndrangheta stragista da affrontare in Appello), la quinta commissione del Csm ha recentemente designato per il posto di aggiunto l’attuale pubblico ministero nisseno Pasquale Pacifico. Senonché, qualche settimana addietro è giunta la notizia che lo stesso Csm ha deciso di non opporsi alla sentenza del Tar del Lazio con cui è stata annullata la nomina del magistrato Nicolò Marino a procuratore aggiunto di Caltanissetta, adottata in accoglimento proprio del ricorso del pm Pacifico. Si rimarrà in attesa delle determinazioni di Palazzo Spada, ma di certo anche l’arrivo di Pacifico a Reggio Calabria potrebbe riservare qualche sorpresa, essendo ormai in attesa solo della decisione del plenum, passaggio quasi scontato dopo la designazione.
Di certo c’è che a Reggio Calabria i posti vuoti per procuratore aggiunto sono due. Uno lo occuperà, a meno di sorprese, proprio Pacifico. L’altro rimane ancora da individuare. Che sia finalmente la volta di uno tra Walter Ignazitto e Stefano Musolino? A Reggio Calabria sono in tanti a sperarlo, attesa la caratura dei due magistrati ed il loro curriculum di tutto rispetto anche e soprattutto in fatto di contrasto alla ‘Ndrangheta. Ma anche qui bisognerà attendere.
Di certo, la stagione che si apre, con il valzer delle nomine, finirà per cambiare radicalmente la geografia degli uffici requirenti calabresi a partire proprio dai vertici.