Durante la requisitoria il procuratore Musolino ha analizzato il sistema delle associazioni culturali promosse dall'ex parlamentare Paolo Romeo con l'obiettivo di ottenere consenso elettorale
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«Sistemi criminali potenti» hanno «tagliato trasversalmente parti di società» a Reggio Calabria, «con conseguenze enormi sulla vita quotidiana dei cittadini che scambiano i diritti per favori». Lo ha detto nell’aula bunker di Reggio Calabria, continuando la sua requisitoria nell’ambito del processo “Ghota”, il Pm distrettuale Stefano Musolino.
Il rappresentante dell’accusa ha analizzato il sistema delle associazioni culturali promosse sul territorio reggino dall’ex parlamentare del Psdi Paolo Romeo, con l’obiettivo di «conseguire consenso ai fini elettorali e di relazionarsi con le istituzioni pubbliche».
Musolino, in tal senso, ha ricordato al Tribunale, presieduto da Silvia Capone, la vicenda relativa alla proposta di acquisto di alcune centinaia di copie, da parte della Provincia di Reggio Calabria, di un libro scritto dal defunto magistrato Giuseppe Tuccio, già imputato nel processo. Secondo il pubblico ministero, fu proprio Paolo Romeo a richiedere al presidente pro-tempore, Giuseppe Raffa, pure processato in “Ghota” per corruzione, la sponsorizzazione del libro «forte dell’appoggio elettorale fornitogli per l’elezione a Presidente».
Secondo il Pm, comunque, «non è vero che la pubblica amministrazione sia solo complicità e affarismo». Il magistrato ha spiegato che per quanto riguarda il contributo alla pubblicazione del libro di Tuccio e per la ristrutturazione del Lido Comunale, i dirigenti preposti dell’amministrazione provinciale e della Sovrintendenza archeologica, tutte donne, rifiutarono il condizionamento posto in essere dalla ‘Società segreta’ in cui Paolo Romeo avrebbe ricoprto il ruolo chiave.
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