Sono richieste pesantissime quelle effettuate dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, nel processo “Gotha”, che si sta celebrando con rito ordinario davanti al tribunale di Reggio Calabria. Una richiesta molto dura quella effettuata nei confronti di Paolo Romeo, 28 anni, ritenuto al vertice della cupola massonico-mafiosa che ha governato le sorti della città insieme a Giorgio De Stefano. Nei confronti dell’ex senatore Antonio Caridi, la richiesta di condanna è stata pari a 20 anni, mentre per l’ex sottosegretario regionale, Alberto Sarra, l’invocazione è stata pure di 20 anni.

Il pubblico ministero ha ricostruito tutte le fasi salienti dell’inchiesta, partendo proprio dall’esistenza dei riservati della ‘Ndrangheta, dal rapporto con la massoneria deviata e dalla forza di tale componente di muoversi nell’ombra.

Una ‘ndrangheta che non si vede

«Che non si tratti di contesto associativo diverso da quello di cui stiamo parlando lo ricaviamo da una molteplicità di fonti di prova. È una ‘Ndrangheta che non si vede, che supera le affiliazioni rituali, che supera le forme di segretezza, per accedere ad una forma nuova di operatività in ambiti elevati e segue le tracce fissate molti anni fa, quando venne creata la prima componente riservata», spiega il procuratore aggiunto Lombardo. «L’analisi congiunta di plurime qualificatissime fonti di prova, consente di ritenere esistente e operante una componente plurisoggettiva occulta e riservata avente funzioni strategiche nell’ambito della ‘Ndrangheta. Detta componente riservata, inizialmente denominata santa o mammasantissima, continua ad operare con funzioni di governo degli assetti apicali della struttura criminale con meccanismi particolarmente evoluti».

Secondo Lombardo, dunque, «per quello che è l’esito delle fonti probatorie di questo processo, al quale devono affiancarsi un impressionante numero di conversazioni intercettate tutte di tipo auto ed etero accusatorio, tutte riferibili allo specifico tema probatorio, siamo in grado di affermare che la componente riservata della ‘Ndrangheta è esattamente la prosecuzione di quella fondata nei primi anni ’70 dai fratelli Giorgio, Paolo De Stefano, unitamente ai componenti di vertice del mandamento jonico e tirrenico della ‘ndrangheta riferibile alle famiglie Piromalli e Nirta, successivamente affiancate da altre famiglia come Alvaro, Mancuso e Pelle. Tutte famiglie a cui è riservato il compito di vertice mandamentale.

I nove punti dell’evoluzione della ‘Ndrangheta

Il pubblico ministero ha sintetizzato in nove punti la ‘Ndrangheta e la sua evoluzione nella parte invisibile e come oggi si presenta. La ‘Ndrangheta è:

  1. Organizzazione unitaria con organo di vertice denominato provincia. Provincia è la direzione organizzativa della ‘Ndrangheta, come ricostruita in Crimine e Infinito.
  2. Dotata di gerarchie note, visibili ai suoi appartenenti. C’è una ‘ndrangheta che si deve manifestare e conoscere. E deve operare utilizzando il metodo mafioso. Quando si entra in contatto con altri componenti di pari grado, quale segno esteriore e immediato del mutuo riconoscimento che l’essere parte della ‘ndrangheta impone.
  3. Dotata di organismi decisionali di tipo verticistico che sono i vertici mandamentali, destinati a garantire la gestione unitaria delle principali attività delittuose, con particolare riferimento alla capillare attività di controllo delle attività economiche, come individuato e ricostruito dalla sentenza definitiva del processo “Meta” con rito abbreviato
  4. Caratterizzata da associati occulti che non devono essere dichiarati a componenti della struttura di base. Operare tramite struttura la cui esistenza è nota solo ad una ristretta cerchia di affiliati di rango elevatissimo.
  5. Dotata di una testa pensante riservata caratterizzata da una componente mista. Quella che i collaboratori chiamano entità integrate. Accanto alla parte visibile, vi prendono parte quali associati occulti, soggetti qualificati provenienti da contesti operativi.
  6. Le regole segrete che disciplinano le regole di componente riservata si pongono in rapporto di specialità e, come tali prevalgono, sulle regole tradizionali di base.
  7. Le regole speciali dettate al fine di preservare e proteggere le struttura riservata sono riservate a rigide regole operative.
  8. Le predette regole speciali consentono l’ingresso della medesima dei soli appartenenti della massoneria coperta o irregolare che è quella riferibile alla loggia che ha sede nel circolo Posidonia.
  9. Tale regime di doppia secretazione è finalizzato a preservare tanto la componente laica, i cosiddetti massoni o nobili, della ‘Ndrangheta invisibile che, per i gradi più bassi, non esiste. Per quella di tipo clericale o cardinalizio, cioè i cosiddetti santisti, con evidenti fini di creare una falsa rappresentazione della realtà portati a pensare che i rapporti riservati dei grandi capi siano con entità esterne all’organizzazione. Ed invece trova nei santisti e massoni il suo più grande consesso decisionale interno.

Le richieste

https://img.lacstatic.it/_pageimg/2021-05-26/mini_2021_gotha_richieste2.jpgPer le richieste finali è giunto in aula anche il procuratore capo, Giovanni Bombardieri. Una sorta di punto esclamativo su una delle inchieste più complesse degli ultimi vent’anni in riva allo Stretto: «Questo è un processo alla ‘Ndrangheta, quella più pericolosa. Non quella dei traffici internazionali di droga, ma a quella più pervasiva. È un processo che ha sete di sapere cosa sia successo. Oggi non c’è più spazio per questa gente».

Di seguito le singole richieste.

  1. Amodeo Vincenzo assoluzione
  2. Aricò Domenico assoluzione
  3. Barbieri Vincenzo Carmine 6 anni
  4. Cammera Marcello Francesco Antonio 13 anni
  5. Canale Amedeo Antonio assoluzione
  6. Cara Demetrio assoluzione
  7. Caridi Antonio Stefano 20 anni
  8. Cartisano Carmelo Giuseppe 16 anni
  9. Chirico Francesco (classe 44) 22 anni
  10. Chirico Giuseppe 23 anni
  11. Delfino Alessandro Bruno 9 anni
  12. Genoese Zerbi Saverio ndp per morte del reo
  13. Gioè Salvatore Primo 17 anni
  14. Giustra Paolo 2 anni
  15. Iero Giuseppe 10 anni
  16. Marra Antonio 16 anni
  17. Marra Cutrupi Maria Angela assoluzione
  18. Minniti Angela 3 anni e 8 mesi
  19. Munari Teresa assoluzione
  20. Nucera Domenico assoluzione
  21. Pietropaolo Domenico assoluzione
  22. Pontari Giovanni assoluzione
  23. Raffa Giuseppe 7 anni
  24. Remo Giovanni Carlo 8 anni
  25. Romeo Paolo 28 anni
  26. Sarra Alberto Vincenzo 20 anni
  27. Scordo Andrea assoluzione
  28. Strangio Giuseppe 13 anni
  29. Zoccali Rocco Antonio assoluzione
  30. Zumbo Giovanni 7 anni e 6 mesi
  31. Rechichi Giuseppe Rocco Giovanni 7 anni e 6 mesi