Uomini della 'ndrangheta' al servizio dei 'colletti bianchi' per recuperare denaro. E' questa la fotografia scattata dall'indagine della Dia di Milano che ha eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari a carico della mediatrice finanziaria Paola Galliani, del suo collaboratore Enrico Verità e di Giuseppe Morabito, Massimo Emiliano Ferraro e Federico Ciliberto, già condannati in primo grado per reati di droga e ritenuti coinvolti in un altro pestaggio di un imprenditore. L'accusa a loro carico è di estorsione con metodo mafioso.

L’imprenditore aggredito

Al centro dell'inchiesta un pestaggio, avvenuto nel gennaio del 2017 all'interno di uno studio professionale, ai danni di un imprenditore che aveva affidato alla Galliani una complessa operazione di trasferimento di denaro estero. Siccome l'intermediatrice non riusciva a fare rientrare la somma, l'imprenditore è stato convocato nello studio per subire una lezione da parte di tre uomini ritenuti dalla Procura vicini alla criminalità organizzata. Con l'espressione "scatenare la belva", definita "immaginifica" dal gip, la mediatrice Paola Galliani, parlando al telefono, si riferiva a uno dei 5 arrestati (Morabito) accusati del pestaggio.

I dettagli dell’indagine

L'indagine nasce dagli sviluppi delle operazioni 'Linfa' e 'Kerina 2' che, nei mesi scorsi, avevano portato al sequestro di oltre 150 kg di droga e all'arresto di 17 persone per associazione a delinquere finalizzata al traffico e alla detenzione di sostanze stupefacenti. Nel capo d'imputazione firmato dalla Dda di Milano, si legge che "su richiesta di Paola Galliani", gli altri arrestati «hanno più volte percosso l'imprenditore costringendolo a versare 7mila euro quale anticipo di una maggiore somma non meglio precisata». A organizzare l'incontro nello studio con un 'tranello' sarebbe stato Verità (messo ai domiciliari) assieme alla Galliani. Gli altri avrebbero poi contribuito al pestaggio chi fattivamente, chi dando il proprio "contributo morale", alla lezione  impartita all'imprenditore. In un comunicato, la Dia precisa che i due 'colletti bianchi' Galliani e Verità hanno chiesto aiuto a «soggetti contigui alla 'ndrangheta riconducibili alle cosche Pesce e Bellocco di Rosarno».