Le intercettazioni rivelano i progetti dell’ex sindaco Silvestro e del suo collaboratore Valenzise. I contatti per convincere uno dei membri dell’assemblea a lasciare prima del 20 febbraio e l’idea davanti ai suoi No: «Mettiamo una pillola nel caffè?»
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Si sono spinti oltre. Se un assegno di 25mila euro non lo aveva convinto allora avrebbero provato a forzare la mano per convincere un consigliere comunale di maggioranza a dimettersi e far cadere la giunta. Lo volevano tranquillizzare sciogliendo lo Xanax nel caffè. Se non stessimo parlando di una storia vera, di un reato e di amministratori finiti in manette, sarebbe quasi comica.
È quanto emerge dalle indagini che hanno portato alla custodia cautelare in carcere del consigliere ed ex sindaco di Maropati Fiorenzo Silvestro e del suo sostenitore, il 76enne Sebastiano Valenzise, ex vicesindaco del piccolo centro della Piana di Gioia Tauro che avrebbe coadiuvato Silvestro nel suo progetto di far cadere la giunta comunale.
Il pm ha ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza a carico di Silvestro Fiorenzo e di Valensise Sebastiano per il delitto di istigazione alla corruzione.
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L’ex sindaco, avendo già raccolto l'intenzione di altri consiglieri a formulare le dimissioni, necessitava di un ulteriore consigliere disposto a rassegnare le proprie per raggiungere il quorum utile per determinare lo scioglimento del consiglio comunale di Maropati. Lo scopo doveva essere realizzato prima del 24 febbraio, data entro la quale doveva avvenire lo scioglimento per tornare al voto per le elezioni amministrative previste a giugno 2024 e poter così Silvestro candidarsi a Sindaco.
Per raggiungere il suo scopo il consigliere e il suo fidato le avrebbero provate tutte. Ma l’uomo nonostante le garanzie offerte e addirittura la consegna di un assegno ha deciso di non accettare.
Indagini in corso hanno permesso di intercettare conversazioni e avvicinamenti che già da dicembre hanno iniziato a farsi insistenti. Fino a quando il consigliere non ha deciso di denunciare.
«Emergono con chiarezza le finalità del Silvestro e al sua spregiudicatezza e caparbia nell'intenzione di ottenere il suo fine – si legge nelle carte – tanto da spingersi a “retribuire” le dimissioni, formulando l'illecita proposta attraverso l'intermediazione attiva del Valenzise».
Emerge dai dialoghi captati che se per un verso Silvestro e Valenzise dopo i continui rifiuti vagliano altre opzioni, cercando di individuare all'interno del consiglio comunale un altro soggetto da poter avvicinare, per altro verso continuano a rinnovare al proposta per indurre il consigliere a firmare le dimissioni.
Ma è quando il consigliere di maggioranza si rifiuta di accettare i soldi che le pressioni diventano maggiori.
Il consigliere dice: «Non vengo perché nemmeno ho dormito… perché ci ho ripensato... he . non me la sento! Non ce la faccio professore».
Nonostante la pressione di Valenzise il consigliere resta fermo sulla sua decisione, replicando che «si sarebbero visti in serata in quanto gli avrebbe restituito l'assegno.
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Ma nel tentativo estremo di convincerlo, anche avendo avvicinato il padre per intercedere, avrebbero addirittura pensato di far “passare l’ansia” dissuadendolo a firmare le dimissioni dopo aver sciolto dei tranquillanti nel caffè».
La proposta viene registrata in un’intercettazione, Parla Valenzise: «Ha detto "vedi, il problema sai qual è gli porto… digli che gli diamo una pillola per tranquillizzarsi!" una Xanax 50».
Elementi, questi, raccolti nel corso dell'attività di indagine, sviluppata nell'arco di circa quindici giorni. Gli elementi probatori raccolti, per il gip, hanno infatti fotografato l'intero iter dell’istigazione corruttiva.
Infatti, anche in seguito al rifiuto di firmare l'atto di dimissione programmato dinanzi al notaio, gli indagati, non rassegnatisi, non hanno rinunciato e il consigliere è stato nuovamente contattato. «I due complici – per il giudice – intendono mettere alle strette fino a quando è possibile concretamente realizzare li loro piano criminale - ossia entro li 20/24 febbraio». È ancora Valenzise a sottolineare che non intende dare «tregua» al consigliere recalcitrante. Spiega anche di aver contattato li padre affinché intercedesse con il figlio convincendolo ad accettare al proposta.
Rilevante per il Gip anche l'idea di far ingerire dei tranquillanti al consigliere. «E prepariamo una cazzo di pillola – è l’idea – e ascolta, come posiamo fare, gliela mettiamo nel caffè?».