È arrivato a Messina con una piccola imbarcazione privata: «Ormai ci siamo ridotti peggio degli extracomunitari. Violata la continuità territoriale, abbiamo presentato un esposto alla Commissione europea» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Il giudice Angelo Giorgianni è sbarcato questa mattina in Sicilia, a Punta Faro, attraversando lo Stretto con una piccola imbarcazione privata. Un escamotage dettato dal fatto che lo stesso non è in possesso del Green pass e di conseguenza non poteva utilizzare i mezzi pubblici per tornare a casa, in Sicilia. Il suo arrivo è stato documentato con una diretta Facebook da Messina7.it, che ha ripreso il momento in cui il giudice è arrivato a bordo della piccola imbarcazione, intervistandolo.
Giorgianni, magistrato della corte d’Appello di Messina nonché ex sottosegretario del governo Prodi, è noto alle cronache perché dal palco di piazza del Popolo, il 9 ottobre scorso, nel corso di una manifestazione contro vaccini e green pass aveva invocato una nuova Norimberga nei confronti del governo italiano. In seguito a ciò venne sospeso dal Csm con lo stop alle funzioni e allo stipendio.
«Ormai ci siamo ridotti peggio degli extracomunitari – il commento del giudice scendendo dalla barca con tanto di valigie al seguito, di ritorno da Roma -. Sono uno che va controcorrente, perchè i siciliani sono sequestrati e io sono venuto in Sicilia per autosequestrarmi. Quello che è grave, è che in questo momento, i siciliani che sono anche cittadini d’Europa, non hanno la continuità territoriale e devo dire che sono anche abbastanza dispiaciuto per il fatto che il sindaco, che sembrava volesse fare una manifestazione di protesta per far cadere questo limite obbrobrioso che è il Green pass, invece voglia solo una moratoria per poi introdurre il limite».
È sulla lcontinuità territoriale, comunque, che il magistrato fa più leva: «Non credo che possa prevedere una tale limitazione. Infatti noi, come Organizzazione mondiale della vita e Rete legale eretica, abbiamo presentato un esposto alla Commissione europea, in cui abbiamo chiesto un’audizione immediata, sostenendo che queste limitazioni sono in contrasto con il diritto di libera circolazione. Con questa disposizione è stato arretrato il confine meridionale d’Europa, che si ferma ora a Villa San Giovanni. Noi non facciamo una battaglia che riguarda una limitata categoria, ma una battaglia per tutti».
Da qui l'auspicio che la Commissione europea si pronunci velocemente: «Nello stesso tempo abbiamo fatto una diffida al presidente della Regione Sicilia e al presidente della Regione Sardegna - conclude Giorgianni -. Io non riesco a capire come la gente sia assolutamente tranquilla, sequestrata in un’isola e soprattutto non si renda conto che c’è un problema che riguarda le isole minori, come Filicudi e Alicudi, dove non c’è nessun servizio. Draghi e Musumeci non si possono permettere il lusso di sequestrare le persone e limitare la libertà di circolazione. Vorrei che i siciliani, nel momento stesso in cui dovranno mettere una scheda nell’urna recuperino la loro capacità di indignarsi e bollino una politica che è stata assente e distante dai cittadini».