Le indagini hanno preso il via delle segnalazioni dei residenti di Squillace. I carabinieri hanno ricostruito ruoli e funzioni della presunta organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Dovranno comparire il prossimo 29 dicembre dinnanzi al gup del Tribunale di Catanzaro i sei indagati nell'ambito dell'inchiesta istruita dalla Procura di Catanzaro che ha ipotizzato una presunta associazione dedita al favoreggiamento della prostituzione. Il sostituto procuratore, Chiara Reale, ha infatti avanzato richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Antonio e Luigi Santoro, Giuseppina Macrillò, Mario Astarita, Giuseppe Migliazza e Gabriele Ricciardi accusati, a vario titolo, di aver controllato, diretto e amministrato «delle vere e proprie case di prostituzione a Squillace Lido e Copanello».
Le accuse
Secondo la ricostruzione della Procura, Mario Astarita, 58 anni di Catanzaro, «in qualità di proprietario li cedeva in locazione ad Antonio Santoro al fine di esercitare l'attività di prostituzione, tanto che il canone di locazione era direttamente proporzianale agli introiti derivantida tale illecita attività
Antonio Santoro, 38 anni di Catanzaro «in qualità di affittuario degli appartementi procacciava gli inquilini, tutti soggetti dediti alle all'attività di prostituzione nonché i loro potenziali clienti. Fungeva da punto di riferimento delle strutture fornendo i servizi necessari e rendendosi disponibile per ogni eventuale richiesta e riscuoteva il corrispettivo dell'attività illecita prestata».
La moglie di Antonio Santoro, Giuseppina Macrillò, 39 anni di Catanzaro, «teneva i registri delle prenotazioni degli alloggi e si interfacciava direttamente con le prostitute nel caso in cui il marito non fosse disponibile». Il fratello di Antonio Santoro, Luigi catanzarese di 34 anni avrebbe provveduto a «coadiuvare il fratello negli affari illeciti: dalla gestione degli appartamenti alla riscossione del denaro da parte delle escort».
E, infine, Luigi Migliazza, 78 anni di Borgia, avrebbe svolto il ruolo di autista provvedendo principalmente al trasporto delle prostitute dalle stazioni ferroviarie alle abitazioni. Gabriele Ricciardi, inoltre, 65 anni di Catanzaro in qualità di proprietario di un appartamento a Roccelletta di Borgia avrebbe procacciato gli inquilini dell'abitazione.
Le indagini
Le investigazioni condotte dalla compagnia carabinieri e dal nucleo investigativo di Catanzaro hanno avuto inizio nel marzo del 2020, quando una donna richiede l’intervento dei militari a seguito del tentativo di un giovane di entrare in casa sua a Squillace Lido. Ai carabinieri sul posto riferisce che il ragazzo presumibilmente aveva scambiato la sua abitazione con quella di alcune prostitute che occupavano un appartamento poco distante. I carabinieri accedono così nell’abitazione e accertano la presenza di una prostituta; gli accertamenti successivi sono volti invece ad appurare la proprietà dell’abitazione.
Ma le segnalazioni dei residenti sono proseguite nel corso del tempo. Ai militari che hanno condotto le indagini i cittadini hanno riferito «di un continuo afflusso di uomini nelle abitazioni». E i carabinieri hanno accertato «la presenza di due donne di nazionalità asiatiche vestite con abiti succinti, una di queste veniva vista riporre del denaro all’interno del reggiseno e dalla visione del suo telefonino emergeva il collegamento con un sito internet di incontri». A queste hanno infine fatto seguito le attività di intercettazione e l'installazione di telecamere di videosorveglianza che hanno consentito di chiudere il cerchio.
Il collegio difensivo
Gli odierni indagati avranno modo di dimostrare la loro estraneità alle accuse contestate. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Francesco Vonella, Nunzio Raimondi, Maurizio Costanzo, Arturo Bova e Demetrio Battaglia.