La relazione redatta dal prefetto Francesca Ferrandino che ha portato allo scioglimento dell'Azienda sanitaria provinciale del capoluogo. Centrale risulta l'operazione Quinta bolgia
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"Le attività d'indagine, richiamate nella relazione del prefetto, hanno fatto emergere che l'ultima gara per l'affidamento del servizio sostitutivo delle ambulanze del 118, regolarmente bandita ed aggiudicata, risale al 2009 allorquando il servizio venne affidato, per un anno, ad una società riconducibile ad uno gruppo imprenditoriale, che ha continuato a gestirlo fino ad ottobre 2017, data in cui è stata destinataria di un provvedimento interdittivo antimafia. I vertici dell'azienda sanitaria infatti, anzichè programmare ed indire una nuova gara prima della scadenza prevista, hanno permesso - sulla base di continue proroghe illegittime ed in alcuni casi addirittura tacite - che la società continuasse a gestire il servizio".
Sono in parte queste le motivazioni che hanno portato allo scioglimento dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, accolte nel decreto firmato dal ministro dell'Interno Luciana Lamorgese e pubblicate oggi in Gazzetta Ufficiale. Per ampi stralci la relazione firmata dalla titolare del Viminale fa riferimento all'operazione istruita dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro "Quinta Bolgia" che nei fatti aveva certificato gli intrecci pericolosi esistenti tra la criminalità organizzata lametina e di servizi sanitari nevralgici quali, ad esempio, la gestione delle ambulanze del 118.
Dipendenti in odor di mafia
Ma la commissione d'accesso antimafia inviata dal prefetto, Francesca Ferrandino, all'indomani dell'inchiesta ha setacciato documento per documento tutti gli uffici dell'Asp: "Ha proceduto anche ad effettuare gli opportuni accertamenti sul conto del personale dipendenti dell'Asp di Catanzaro: compresi i presidi sanitari di Lamezia Terme, Soverato e Soveria Mannelli. Nell'ambito di tale verifica effettuata a campione (dato l'elevato numero di unità di personale circa 2000 tra rapporti a indeterminato e determinato) sono stati evidenziati i nominativi del personale nei cui confronti sono stati riscontranti precedenti e o pendenze penali e o segnalazioni di polizia attinenti a reati connessi contro la pubblica amministrazione. Tra questi vi sono anche quelli di particolare rilevanza contro il patrimonio nonchè quelli che destano particolare allarme sociale nonchè il personale con rapporti di parentela o affinità con soggetti legati criminalità organizzata".
Affidamenti ad aziende "di spessore"
"Tra la documentazione richiesta e acquisita dalla commissione d'accesso rientra anche l'elenco completo di tutti i fornitori dell'azienda provinciale di Catanzaro. La disamina dei soggetti ha evidenziato come nell'elenco compaiano sia alcuni destinatari di informazione interdittiva antimafia sia società e persone fisiche meritevoli comunque di attenzione in ragione della conoscenza di elementi informativi e relazionali considerati "di spessore". Inoltre, dalla documentazione fornita dall'Asp relativamente ai rapporti intrattenuti con le persone giuridiche e fisiche facenti parte dell'elenco è emerso il generalizzato ricorso al sistema degli affidamenti diretti senza lo svolgimento di alcuna procedura di gara. Alcune ditte incaricate sempre per le stesse tipologie di lavori sono risultate destinatarie di informazioni interdittive antimafia mentre per altre sono emersi precedenti penali e di polizia a carico dei rispettivi titolari nonchè frequentazioni con soggetti di interesse investigativo. Tra l'altro nelle varie determine adottate i diversi rup non forniscono quasi mai compiutamente conto delle ragioni, in ordine logico fattuale e giuridico, poste a fondamento della scelta di un operatore a discapito di un altro".
Gestione opaca e approssimativa
"Da quanto emerge dalla relazione d'accesso - prosegue il prefetto - gli elementi acquisiti valutati nel loro complesso fanno ritenere concreto e attuale il pericolo di infiltrazione mafiosa dell'ente. Infiltrazione favorita nel corso degli anni anche e soprattutto dalle evidenti disfunzioni e anomalie che ne hanno caratterizzato la gestione amministrativa. L'amministrazione dell'Asp è tendenzialmente opaca, approssimativa, con diverse anomalie gestionali e procedurali, alcune delle quali hanno favorito direttamente imprese riconducibili ad ambienti di criminalità organizzata. Dall'istruttoria esperita emergono elementi chiari e concordanti di collegamento e condizionamento mafioso, tali da determinare un'alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi amministrativi dell'ente e comprometterne il buon andamento, il regolare funzionamento degli uffici e dei servizi ai cittadini".
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