I giudici contabili contestano ad amministratori locali, rappresentanti legali e dirigenti regionali un ingiustificato arricchimento dei beneficiari delle risorse pubbliche. Ecco quali sono i Comuni calabresi coinvolti
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Si è svolta oggi l’udienza, durata circa 5 ore, nei confronti di 42 soggetti, concernente la contestazione di un danno erariale, per oltre 5 milioni di euro, derivante da presunte irregolarità negli affidamenti per la gestione dei centri di accoglienza dei migranti nella Regione Calabria, per il periodo aprile 2011-dicembre 2012.
I comuni “attenzionati” dalla procura della Corte dei Conti
Le contestazioni sono a carico de1 Dirigente pro tempore del Settore Protezione Civile della Regione Calabria, nominato “soggetto attuatore” (persona delegata per la gestione di dell’emergenza), 14 amministratori di Enti Locali, tra Sindaci pro tempore e componenti delle Giunte comunali pro-tempore dei Comuni di Acquaformosa, Riace e Caulonia, nonché 27 amministratori/rappresentanti legali pro-tempore di società cooperative aventi sede in provincia di Cosenza, Catanzaro, Crotone e Reggio Calabria.
La domanda formulata dal Vice Procuratore Generale della Corte dei Corti di Catanzaro, Giovanni Di Pietro, sulla base delle investigazioni della Guardia di Finanza, in particolare della Compagnia Paola e della Tenenza Amantea, si basa su irregolarità che, secondo l’accusa, avrebbero determinato un ingiustificato arricchimento dei beneficiari delle risorse pubbliche.
Il soggetto attuatore della Regione e le società finite nel mirino della GdF
In particolare le contestazioni sono state avanzate nei confronti di Salvatore Mazzeo, soggetto attuatore (settore protezione civile, Regione Calabria), delle società affidatari (Calabriaccoglie” Consorzio di Cooperative Sociali di Cosenza, Centro di Solidarietà “Il Delfino” soc coop di Terranova da Sibari, PROMIDEA Cooperativa Sociale di Corigliano Rossano, “CANTIERI” Società Cooperativa Sociale di Cosenza, CO.RI.S.S. Cooperative Riunite Socio Sanitarie di Tiriolo, AGORA’ KROTON Società Cooperativa Sociale di Crotone, NUOVI ORIZZONTI Società Cooperativa Sociale di Lamezia Terme, LE RASOLE Società Cooperativa Sociale di Motta San Giovanni, Società Cooperativa Sociale ARCHE’ di Isola Capo Rizzuto, ZINGARI 59 Società Cooperativa Sociale A.r.l. di Roma, Associazione ARCI RIACE STIGNANO di Stignano) e i rappresentanti legali Carlo Berardini, Carmine Federico, Angela Biondi, Salvatore Maisano, Pino Piero Lumeno De Lucia, Silvestro Raso, Luisa Scalise, Daniela Ferrari, Caterina Spanò, Giuseppe Sera, Francesco Giordano, Cosimo Damiano Musuraca, Vincenzo Pati, Anna Maria Costabile, Federica Porcarelli e, infine, i sindaci e altri amministratori locali.
Ecco gli amministratori coinvolti
Nello specifico le accuse riguardano Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, Antonio Rullo quale componente della Giunta di Riace, Giovanni Nisticò, quale componente della Giunta di Riace, Giuseppe Gervasi, quale componente della Giunta di Riace, Maria Immacolata Cesare, quale componente della Giunta di Riace, Giovanni Manoccio, ex sindaco di Acquaformosa, Gennaro Capparelli, quale componente della Giunta di Acquaformosa (attuale sindaco), Pasquale Fragale, quale componente della Giunta di Acquaformosa, Ilario Ammendolia quale sindaco di Caulonia, Angelo Ilario Di Masi, quale componente della Giunta di Caulonia, Francesco Cagliuso, quale componente della Giunta di Caulonia, Antonio Cavallo, quale componente della Giunta di Caulonia, Domenico Lia, quale componente della Giunta di Caulonia, e Giovanni Riccio, quale componente della Giunta di Caulonia.
Le difese contestano le accuse della procura della Corte dei Conti di Catanzaro
Il nutrito collegio difensivo, composto dagli Avvocati Mario Antonio Plutino, Ermelinda Chiumento, Nicola Rendace, Valerio Zicaro, Albino Domanico, Benedetto Carratelli, Giuseppe Carratelli, Maria Rotella, Vincenzo Medici, Gianpaolo Russo, Tiziano Saporito, Salvatore Zurzolo, Bruno Ferrò, Andrea Giuseppe Dacqua, Gennaro Capparelli, Vincenzo Ammendolia e Francesca Lancia, ha vibratamente contestato la domanda avanzata dalla Procura Regionale, evidenziando l’insussistenza del danno erariale, in quanto tutte le condotte sono state poste in essere durante un periodo di emergenza, in cui regnava disordine a livello amministrativo, e che comunque le somme erogate rispettano i servizi effettivamente espletati.
La parola spetta adesso al collegio giudicante della Corte dei Conti calabrese, che emetterà la propria decisione fra qualche giorno.