«Vedo Giorgia Meloni con il vento in poppa. Non mi fa piacere ma lo vedo perché non ho le fette di prosciutto davanti agli occhi. Se questo sarà un bene o un male per l’Italia lo vedremo. Ma che si vada ad ascoltare la voce dei cittadini penso sia sacrosanto. Anzi, forse alle urne dovevamo andarci un po’ prima». Gad Lerner pronostica una decisa virata a destra del Paese, guardando all’ormai prossimo appuntamento con le elezioni politiche.

Rischi e opportunità

Ospite del Festival di Altomonte, il giornalista e conduttore televisivo ha partecipato ad un vivace dibattito ospitato nel chiostro del Convento dei Domenicani, sugli scenari possibili del Mediterraneo, storica fonte per la Calabria, di scambi culturali e commerciali dai tempi dell’antichità, ma anche di paura per le incursioni dei popoli invasori. Il mare nostrum, affacciato a sud verso Paesi in via di sviluppo per i quali si prevede nel prossimo decennio una crescita economica esponenziale, offre importanti opportunità. Ma senza una filiera istituzionale che coordini i rapporti di cooperazione, ogni politica di interazione è destinata a fallire.

Pronto ad esplodere

«Ricordiamoci che il Mediterraneo è una delle zone a più alta tensione politica, sociale ed economica del pianeta – ha sottolineato Gad Lerner - Da più di un secolo si combatte tra lo stato di Israele, gli ebrei di Palestina ed il mondo arabo; l’Africa è sconvolta da molteplici conflitti; in Siria da più di dieci anni è in corso una guerra con migliaia di morti. Finché non troveremo forme nuove di armonia e cooperazione – ha aggiunto il giornalista - l’arrivo di alcune migliaia di migranti sulle nostre coste rappresenterà il male minore. Infatti questo argomento è meno presente anche in questa campagna elettorale – ha osservato Gad Lerner – D’altra parte, l’Italia ha accolto senza sconquassi 150 mila ucraini in fuga, dimostrando nei fatti che poche migliaia di siriani, afghani, pakistani, africani non manderanno in dissesto la nostra economia».

Differenziare l’accoglienza

All’appuntamento, moderato dal direttore artistico Antonio Blandi, oltre al sindaco di Altomonte Giampietro Coppola, è intervenuto il primo cittadino di Roccella Jonica Vittorio Zito. I due amministratori locali hanno messo a confronto le proprie differenti esperienze sul fronte dell’assistenza ai migranti. In particolare Zito, dal suo osservatorio privilegiato di sindaco di un comune costiero, teatro nelle ultime settimane di numerosi sbarchi, ha sottolineato la necessità di differenziare le politiche di accoglienza distinguendo tra i flussi di migrazione per aspirazione, ovvero l’arrivo di persone in cerca di un futuro migliore, che potrebbero anche costituire per l'Italia una ricchezza in termini di risorse umane e assimilabile al fenomeno che ha scandito anche la vita di numerose famiglie calabresi, ed i flussi di migrazione per disperazione, di soggetti che fuggono dalla morte e per questo sono disposti ad intraprendere viaggi della speranza a qualunque costo, anche quello di rischiare di non arrivare a destinazione. «Sono fenomeni differenti - ha detto Zito - che richiederebbero trattamenti differenti».