I cinquestelle hanno commissionato uno studio di fattibilità all'Unical e pensano anche a un sondaggio tra i residenti. Intanto il Comune guidato da Franz Caruso potrebbe rivolgersi al tribunale amministrativo contro l’indizione del referendum consultivo
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Ci sono due nuovi fronti a cui i firmatari della proposta di legge regionale sulla fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero dovranno prestare attenzione. Il primo riguarda la ventilata intenzione di Palazzo dei Bruzi di ricorrere ai tribunali, il secondo ad uno studio di fattibilità alternativo commissionato dal gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle.
Nelle intenzioni del centrodestra c’è la ferma volontà di far approdare il testo in Consiglio regionale prima di Natale. Del resto, dopo l’ultima audizione che ha visto protagonisti Franz Caruso, Rosaria Succurro e i tre commissari prefettizi di Rende, resta un ultimo appuntamento nella I Commissione Affari Costituzionali presieduta da Luciana De Francesco. In quell’occasione sarà presentato lo studio di fattibilità del professore Luigino Sergio che espliciterà i benefici e i rischi della città unica. Per gli oppositori è ritenuto “di parte”.
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Si muove il Movimento 5 Stelle
In modo parallelo, infatti, il M5S sta conducendo un’indagine autonoma sulle implicazioni che avrebbe lo scioglimento degli attuali tre centri di governo, al momento fissato per il primo febbraio 2025. Sulla data, tuttavia, sembra che ci sia stata una certa apertura specialmente nei confronti di Palazzo dei Bruzi, la cui amministrazione cesserebbe di botto la propria azione ben prima della scadenza naturale. Far slittare l’ora “X”, però, potrebbe paradossalmente permettere a Rende di tornare alle urne. Situazione che, secondo i consiglieri di maggioranza della Cittadella, complicherebbe le cose.
Fatto sta che Davide Tavernise e Francesco Afflitto, d’accordo con la coordinatrice regionale, la parlamentare cosentina Anna Laura Orrico, si sono rivolti alla Scuola di Alta Formazione dell’Unical del Dipartimento di Scienze Politiche. La loro richiesta sullo studio di fattibilità è stata protocollata e non abbraccerà soltanto l’aspetto giuridico-amministrativo, ma anche quello sociale, economico e culturale. I risultati sarebbero quindi messi a disposizione della collettività e influenzerebbero l’orientamento del Movimento, a dire il vero già molto chiaro. I grillini effettueranno anche un sondaggio tra i residenti di Cosenza, Rende e Castrolibero per chiedere loro se siano pienamente a conoscenza di quanto potrebbe accadere.
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Le mosse di Palazzo dei Bruzi
A Palazzo dei Bruzi, dopo la sortita a Reggio Calabria di Caruso, c’è calma. Ma solo apparente, perché una strategia sembra già pronta ad essere applicata. L’idea di fondo sarebbe quella di impugnare al Tar il primo atto della Regione: l’indizione del referendum consultivo. Se ne chiederebbe la sospensiva sollevando dubbi di costituzionalità sulla Legge Omnibus che a maggio scorso è stata approvata nel pubblico consesso.
Nella fattispecie fu modificato l’articolo 5 della legge 15 del 2006 che prevedeva che il referendum, sempre consultivo, derivasse dalle delibere dei singoli Consigli comunali. Da qualche mese, invece, l’atto d’impulso non proviene più dagli enti comunali, bensì dalla Cittadella. Se il Tribunale amministrativo dovesse ritenere non manifestamente infondata la questione di costituzionalità, rimanderebbe il parere sulla stessa alla Corte Costituzionale. La frenata sarebbe evidente, i tempi si dilaterebbero e ogni progetto verrebbe messo in discussione. Almeno nell'immediato.