Le notizie riservate rivelate dal procuratore aggiunto della Dna Michele Prestipino avrebbero «riguardato rilevanti particolari delle indagini in corso da parte di alcune Dda, anche con riferimenti all’uso delle intercettazioni» e anche dettagli sulla funzione di coordinamento svolta sin dalle prime battute dal Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. La nota della Procura di Caltanissetta, che indaga sull’ex aggiunto della Dda di Reggio Calabria (ai tempi in cui il procuratore era Giuseppe Pignatone), è secca ma bastano poche righe per evidenziare un dato: le dimensioni della presunta falla investigativa riguardano più Direzioni distrettuali antimafia. Le prime notizie battute dall’Ansa parlavano di informazioni riguardanti i clan calabresi e, in particolar modo, la loro espansione imprenditoriale al Nord. Il comunicato degli inquirenti non affronta questo aspetto delle indagini ma chiarisce che Prestipino «invitato a comparire per rendere interrogatorio si è legittimamente avvalso della facoltà di non rispondere» su consiglio del suo avvocato difensore Cesare Placanica.

Prestipino indagato, i segreti rivelati da De Gennaro e Francesco Gratteri

L'ipotesi dell’accusa è che «nella qualità di pubblico ufficiale, essendo Procuratore aggiunto presso la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, con delega al coordinamento delle sezioni 'ndrangheta e Cosa nostra, in violazione dei doveri inerenti la suddetta funzione e abusando della relativa qualità», Prestipino avrebbe rivelato «notizie che dovevano rimanere riservate a Gianni De Gennaro, presidente del consorzio di imprese Eurolink incaricato della realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina e a Francesco Gratteri, consulente della società We Build, socio di maggioranza del consorzio». De Gennaro e Francesco Gratteri sono investigatori di lungo corso passati a fine carriera a gestioni aziendali delicatissime. In questo caso hanno un ruolo nel consorzio chiamato a realizzare una mega opera da 15 miliardi di euro.

«Francesco Gratteri avrebbe divulgato le notizie riservate»

I loro rapporti con Prestipino sarebbero emersi nel corso dell’inchiesta della Procura di Caltanissetta sulle stragi di mafia del 1992: sarebbe stata un’intercettazione captata nello scorso mese di aprile a far scattare questa tranche dell’indagine. Quel contatto e la conseguente (presunta) rivelazione del segreto «avrebbe riguardato rilevanti particolari delle indagini in corso da parte di alcune Dda». Si tratterebbe, secondo quanto valuta l’accusa, di «notizie gravemente pregiudizievoli per le indagini di più uffici distrettuali». Non solo: «vi sono concreti elementi per ritenere che Francesco Gratteri, anche per conto del dottore De Gennaro, avrebbe già avvisato del corso delle indagini medesime alcuni protagonisti della vicenda». Quelle informazioni coperte dal segreto sarebbero dunque circolate.

Melillo revoca le deleghe a Prestipino: «Le indagini sul Ponte sullo Stretto continuano»

Dei fatti è stato informato il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo che ha assicurato personalmente, oltre alla massima collaborazione per lo sviluppo degli accertamenti, anche il necessario coordinamento con altre indagini. Melillo ha revocato «con effetto immediato le deleghe di coordinamento attribuite a Prestipino», ha adottato «le ulteriori misure necessarie a tutelare le esigenze di riservatezza ed efficacia delle funzioni della Dna» e inoltrato comunicazioni al Comitato di Presidenza del Consiglio superiore della magistratura e al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione».

«L'Ufficio che dirigo e le Procure distrettuali che conducono le indagini relative a ogni tentativo di condizionamento mafioso delle attività d'impresa collegate alla realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina – ha spiegato Melillo – continueranno ad assicurare il loro comune impegno e la loro immutata dedizione per la completezza e la tempestività delle investigazioni e l'effettività del loro coordinamento».

Il legale di Prestipino: «Dubbi sull’utilizzabilità delle prove e sulla competenza territoriale»

Cesare Placanica, difensore del procuratore aggiunto, spiega di aver presentato una memoria difensiva nella quale si avanzano «dubbi sia in ordine alla utilizzabilità del materiale probatorio su cui si fonda la provvisoria incolpazione, sia rispetto alla competenza territoriale del Tribunale di Caltanissetta». Placanica evidenzia che «superati tali passaggi, fondamentali al corretto esercizio della giurisdizione, saremo noi a chiedere di essere interrogati perché riteniamo sia agevole chiarire ogni aspetto controverso relativo a una conversazione intercorsa non con imprenditori o, peggio, malavitosi ma con il prefetto De Gennaro , già capo della Polizia e investigatore di punta nella lotta alla criminalità organizzata e un suo storico collaboratore».

«Non servirebbe neppure aggiungere – conclude il legale – come appaia lunare e privo di ogni aderenza alla realtà anche solo ipotizzare una accostamento del dottore Prestipino a realtà criminali con cui non risulta, difatti, alcun collegamento».