Il macellaio di Simeri Crichi freddato a colpi di pistola nell’aprile del 2015. Duro il commento della famiglia: «Una condanna a vita si trasforma in una pena irrisoria»
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Dure le parole di commento dei familiari di Francesco Rosso alla lettura del dispositivo di sentenza per l’omicidio di Francesco Rosso. La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ha infatti revocato gli arresti domiciliari nei confronti di Evangelista Russo, ritenuto mandante dell’omicidio del macellaio di Simeri Crichi. Resterà in libertà vigilata perché dichiarato incapace di affrontare il processo.
«È inconcepibile tutto questo. Francesco è stato ucciso per la seconda volta. Ciò rappresenta non solo una sconfitta per la famiglia e gli amici ma per l'intera collettività e soprattutto per la giustizia. Il messaggio che oggi si fa passare – ha dichiarato la famiglia – è che si può creare un commando di persone o programmare l'uccisione di una persona a questi sconosciuta e che non ha mai fatto nulla, per guadagnare pochi spiccioli e godere poi della riduzione della pena! Una condanna a vita si trasforma poi in una pena irrisoria mentre i familiari rimangono con la condanna a morte dell'anima perché non potranno vedere più il loro figlio e fare sempre i conti con una sedia vuota! Ci chiediamo inoltre se sia giusto che Antonio Procopio, dopo 10 anni, con la mossa dell'ultimo momento, presentando una lettera di scuse e pentimento, abbia ricevuto uno sconto di pena e se è questo il motivo di tale decisione. Attendiamo ormai invano di leggere la sentenza».